Etichette a semaforo, Francia e Finlandia in pole position

I due Paesi hanno presentato sistemi analoghi al Regno Unito per segnalare la presenza di zuccheri, sale e grassi negli alimenti. Ma l'Italia non ci sta
Etichette a semaforo, Francia e Finlandia in pole position

Semafori sulle etichette alimentari? Il Regno Unito ha fatto da apripista, obbligando le aziende a segnalare il contenuto di zucchero, sale, calorie e grassi negli alimenti, con indicazioni che vanno dal verde all’arancione fino al rosso, che significa ‘presta attenzione’. Di recente l’Ecuador ha adottato un sistema analogo e anche Francia e Finlandia si sono dichiarate favorevoli. Entrambe sono pronte ad adottare il modello inglese : il ministro francese della Salute francese Marisol Touraine ha presentato una proposta di legge per l’introduzione di questa speciale etichettatura che verrà formalizzata al primo consiglio dei ministri in settembre. Altrettanto si appresta a fare il governo finlandese, mentre gli inglesi non hanno alcuna intenzione di recedere nonostante la minaccia di una procedura d’infrazione da parte di Bruxelles, la cui discussione verrà ripresa dopo le nuove nomine europee.

L’Italia conferma invece la propria posizione contraria a semaforo in etichetta. Secondo le dichiarazioni del Ministero della Salute Beatrice Lorenzin, spaventare i consumatori con indicazioni sulle etichette alimentari è sbagliato, bisognerebbe invece promuovere una dieta più sana.

Lo stratagemma del semaforo, molto probabilmente, non è apprezzato dalle aziende nostrane in quanto potrebbe scoraggiare i consumatori dall’acquisto di prodotti poco salutari, per esempio a elevato contenuto di sale o di zucchero. In ogni caso l’industria alimentare britannica sembra essersi adattata alle nuove regole e, dal canto suo, il consumatore britannico non sembra farsi troppo suggestionare, visto che le esportazioni dei nostri formaggi Dop non ne hanno risentito, anzi.

E proprio questi comportamenti d’acquisto hanno fatto bollare il sistema delle etichette a semaforo come ‘ingannevole’ da Assolatte: “Il paradosso è che il sistema dei semafori non solo rischia di mettere in infrazione il governo inglese, ma sembra essere inefficace perché non convince i consumatori britannici ad adottare abitudini alimentari più sane – si legge in una nota ufficiale -. Il fatto che sull’etichetta prevalga il colore rosso non sembra infatti far desistere gli inglesi dall’acquisto di un alimento. Viceversa, non basta un semaforo verde per far finire un prodotto alimentare nel loro carrello della spesa”.

Chissà se il sistema neozelandese di un rating nutrizionale volontario dei cibi potrebbe invece avere più presa?

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