Da dove proviene la mia carne? Parte la campagna di Test-Achats

Con questo titolo provocatorio l’associazione francese dei consumatori è pronta a dare battaglia sull’origine delle carni trasformate
Da dove proviene la mia carne? Parte la campagna di Test-Achats

Dall’emergenza mucca pazza al caso horsegate, passando per l’influenza aviaria e le tracce di diossina. Di scandalo in scandalo, l’attenzione delle autorità comunitarie per la tracciabilità dei prodotti a base di carne ha visto un crescendo di provvedimenti mirati a tutelare la salute dei consumatori. Nel 2003 venne imposto tra l’altro l’obbligo di indicare la provenienza della carne bovina, poi esteso gradualmente a frutta fresca, uova e miele. Dal prossimo primo aprile, invece, dopo una lunga fase di trattative con le lobby del settore, la misura riguarderà anche le etichette delle carni suine, ovine e dei volatili. All’apparenza, quindi, un intervento in grado di garantire finalmente la sicurezza alimentare, attraverso una regolamentazione più scrupolosa. Ma l’associazione francese dei consumatori  Test-Achats non la pensa affatto così e, anzi, si prepara a una campagna informativa a livello continentale. Nel mirino, infatti, ci sarebbe una sorta di vuoto legislativo che consentirà ai produttori di carni trasformate di non indicare l’origine della materia prima. Insomma, gli shopper potranno conoscere l’origine di una bistecca di manzo, ma non di un hamburger. Un paradosso finora motivato con il timore di costi eccessivi a carico delle aziende. Intanto però rimane evidente che aggiungendo un po’ di sale o di spezie alla carne, si rientra a pieno titolo nella categoria dei trasformati, evitando le imposizioni. L’obiettivo di Test-Achats, quindi, sarà quello di spingere la Commissione Europea a includere anche questa categoria nel provvedimento, sensibilizzando l’opinione pubblica. Le istituzioni d’oltralpe, in realtà, sono già corse da tempo ai ripari, lanciando il logo Viandes de France, proprio per distinguere e promuovere la carne di animali nati, macellati e trasformati sul suolo nazionale. Tuttavia l’adesione al progetto è volontaria.

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