Carlo Calenda, il ‘carpe diem’ del made in Italy

Il vice ministro dello sviluppo economico conferma il piano di rilancio dei prodotti italiani nel mondo, a partire dal padiglione Cibus è Italia a Expo 2015
Carlo Calenda, il ‘carpe diem’ del made in Italy

Non è più tempo di attendere. Questo Governo sta passando dalle parole ai fatti anche in merito alla promozione del made in Italy sui mercati internazionali. Parola di Carlo Calenda, vice ministro dello sviluppo economico, che per esternare un deciso ottimismo sul futuro del nostro sistema agroalimentare sceglie la conferenza stampa in cui si delinea il ruolo strategico, in questa direzione, del padiglione Cibus é Italia (espressione di Fiere di Parma e Federalimentare) durante Expo 2015. “Questo padiglione si affianca al nuovo piano governativo straordinario messo a punto per sostenere il made in Italy – conferma Calenda -. L’obiettivo di questo piano è portare entro il 2020 il valore del nostro export a quota 50 miliardi e per farlo stiamo agendo su più fronti, tutti molto concreti a partire dal sostegno delle nostre imprese durante i grandi appuntamenti fieristici internazionali, per stringere accordi con i retailer esteri. Partiremo con l’FMI di Chicago dove, grazie anche al supporto strategico del Boston Consulting Group, metteremo in relazione i nostri imprenditori con i buyer delle più importanti catene distributive finanziando un’importante operazione di comunicazione (incluse le operazioni instore) che richiederà un investimento di 50 milioni di euro”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare che puntualizza: “Anche se nel 2014 siamo cresciuti in termini di export del 2,7% arrivando a superare i 34 miliardi di euro e al pregevole risultato che oggi un’impresa agroalimentare su due esporta i suoi prodotti, i margini di miglioramento sono enormi, soprattutto sul mercato statunitense. Lo dimostra, paradossalmente il fenomeno dell’Italian sounding che oggi è pari a 60 miliardi di euro (circa la metà del fatturato globale dell’industria alimentare italiana) e praticamente il doppio rispetto alla nostra quota di export. Il fenomeno dell’italian sounding, che negli ultimi dieci anni è cresciuto del 180%, sta lì a dirci che c’è un’enorme domanda di prodotti italiani: dobbiamo solo organizzarci meglio per soddisfarla, togliendo questa opportunità al mercato della contraffazione”. Da qui la preziosa opportunità culturale offerta da Expo: “Il padiglione Cibus è Italia racconterà l’eccellenza dei nostri produttori alle delegazioni estere – ha rimarcato Antonio Cellie, amministratore delegato delle Fiere di Parma-. Ma svolgerà anche il ruolo concreto che è proprio di ogni operatore fieristico che funzioni bene: diventerà facilitatore di relazioni tra le nostre imprese e i retailer internazionali, portando avanti una mission che per Fiere di Parma è sempre un’assoluta priorità”.

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