Domenico Zonin (Uiv): “Urge una nuova strategia europea per il vino”

Il presidente dell'Unione Italiana Vini, di concerto con le altre istituzioni europee, chiede con forza alla Commissione Europea una nuova strategia commerciale per una delle categorie principali del settore agroalimentare
Domenico Zonin (Uiv): “Urge una nuova strategia europea per il vino”

“Abbiamo riunito il mondo del vino europeo per un confronto schietto tra le esperienze e le prospettive di ciascun paese, da condividere con le istituzioni presenti. La convergenza unanime ci ha portati a chiedere con forza alla Commissione europea una nuova strategia commerciale per il vino. L’Europa non è ancora abbastanza forte nell’export e serve che la Commissione ci supporti per amalgamare gli interessi dei maggiori esportatori”.

Con queste parole Domenico Zoninpresidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv), ha aperto i lavori della tavola rotonda dal titolo: ‘Europa del vino e commercio globale: esperienze e prospettive’ organizzata in Expo presso il Padiglione Parco delle Biodivesità, con l’obiettivo di fornire una panoramica complessiva sullo status e sulle prospettive del comparto vitivinicolo europeo, dialogando con gli esponenti  delle associazione europee dei produttori vitivinicoli e con le istituzioni italiane preposte, in un momento di confronto al vertice.

“Il contesto europeo in cui ci muoviamo – prosegue Domenico Zonin – manifesta una crescita economica debole, quindi l’export deve concentrarsi sempre più verso gli Stati terzi. Basti pensare che oggi, tra i primi 15 mercati di sbocco dei nostri vini, soltanto 5 sono extra europei (Usa, Canada, Cina Giappone, Russia, Cina). Inoltre, i primi tre clienti dei nostri vini (Usa, Germania, Uk) coprono il 58% delle esportazioni italiane di vino in volume ed il 54% di quello in valore: è evidente, quindi, che l’Europa necessita di una strategia commerciale forte che focalizzi l’attenzione sugli accordi di libero scambio individuando alcuni Paesi come prioritari nelle trattative e che si impegni sul fronte russo dove il vino italiano, seppure salvato dall’embargo, sta pagando la stessa politica delle sanzioni, con un -54% a volume (2,7 milioni di litri) e -56,5% a valore (pari a 5,8 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un’apertura dovrà essere dedicata anche ad una nuova politica verso Paesi di estremo interesse come l’Africa, che dovrebbero rientrare in una logica di strategia unitaria, prevedendo meno barriere e supporto all’export”.

Zonin ribadisce l’impossibilità allo stato attuale di andare oltre rispetto all’impegno già messo in campo e chiede ai rappresentanti delle istituzioni comunitarie, di trovare quanto prima una linea di azione condivisa ed efficace per dare la possibilità al sistema vino italiano ed europeo, di muoversi liberamente e in sicurezza nel mondo, nel rispetto della passione, degli sforzi e degli investimenti che da generazioni vengono messi in campo da ogni azienda.

“Il vino è uno dei settori più importanti del made in Italy, con più di 5 miliardi di export nel 2014 – ha commentato Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali –. Nei prossimi mesi dobbiamo lavorare fortemente sui mercati extraeuropei, anche in reazione agli effetti del l’embargo russo. Il vino italiano ha ancora grandi margini di crescita e stiamo lavorando per supportare al meglio le aziende. Con il piano internazionalizzazione messo a punto con Mise abbiamo l’obiettivo di lavorare su piattaforme logistico distributive che supportino l’ingresso dei nostri prodotti nei mercati. Lavoriamo perché questa misura diventi europea, superando così ogni problema tecnico amministrativo. Dobbiamo cogliere al meglio tutte le opportunità sul fronte della promozione migliorando ancora la nostra capacità progettuale”.

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