Lavazza in panne, niente accordo per Carte Noire

Alla scadenza del periodo di contrattazione in esclusiva con Mondelez non arriva l’accordo per il super marchio francese. Divergenze nel prezzo
Lavazza in panne, niente accordo per Carte Noire

Un lungo corteggiamento che si è chiuso con una rottura, invece che con un’unione sperata fino alla fine. Lavazza, secondo quanto riporta il quotidiano francese Le Figaro, ha abbandonato il proposito di acquisire il marchio di caffè transalpino Carte Noire, leader nel paese. Food ha cercato di contattare un portavoce della società per avere conferme della notizia ma è stato impossibile. La società torinese aveva un’esclusiva per la contrattazione con Mondelez International che scadeva il primo luglio e per quella data l’accordo non è arrivato. Secondo il foglio parigino le trattative si sarebbero arenate sul prezzo: la multinazionale americana vorrebbe realizzare una cifra superiore a 1,2 miliardi di euro per la cessione del marchio, cifra probabilmente ritenuta eccessiva e oltre ogni possibilità di esposizione da parte del gruppo torinese che ha appena festeggiato i 120 anni di attività. Un azienda dal profilo finanziario solido (a fine 2014 la cassa netta era pari a circa 340,5 milioni di euro), ma che si sarebbe decisamente indebolito per un impegno di questa entità.

Lavazza non resta comunque totalmente all’asciutto: con l’acquisizione del marchio danese Merrild porta a casa comunque un pezzettino delle attività che Mondelez e l’olandese D.E.Master Blenders devono cedere per ottemperare alle decisioni dell’Antitrust europeo come passaggi vincolanti per il via livera alla fusione tra le attività nel caffè delle sue società, che daranno vita a un gigante mondiale da 5 miliardi di euro di fatturato aggregato che prenderà il nome di Jacob Douwe Egberts.

Le attività Merrild valgono meno di 40 milioni di euro di fatturato e si tratta quindi poco più di un contentino simbolico per la perdita di Carte Noire, che a questo punto dovrebbe passare sotto la lente di alcuni fondi di private equity interessati all’acquisizione (sembra siano interessati Bc Partners e Cinven). Questi ultimi avrebbero anche il favore dei sindacati francesi, che non avrebbero visto di buon occhio Lavazza per la paura di una integrazione e ristrutturazione eccessiva delle attività oltralpe foriera di licenziamenti, in particolar modo nel sito produttivo di Laverune, nel sud del Paese.

Lo scorso febbraio il gruppo torinese aveva ceduto parte delle sue azioni in Keurig Green Mountain (Kgm) incassando circa 620 milioni di dollari utili ad operazioni straordinarie: “Il nostro obiettivo – aveva dichiarato Giuseppe Lavazza a fine marzo- è quello di aumentare la quota di fatturato internazionale dall’attuale 50% al 70%, anche attraverso acquisizioni”, e a Francia era considerata un mercato prioritario dove crescere, tanto che la società aveva anche deciso di sponsorizzare il torneo di tennis parigino Roland Garros, ottenendo una importante visibilità da parte della stampa francese e italiana.

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