Coca-Cola: il fisco le chiede 3,3 miliardi di $

L’Internal service revenue ha chiuso un accertamento relativo al triennio 2007-2009 evidenziando minori imposte non pagate sulla concessione di diritti all’estero
Coca-Cola: il fisco le chiede 3,3 miliardi di $

Affondo dell’Internal service revenue americana al colosso delle bevande The Coca-Cola Company. L’equivalente della nostra Agenzia delle Entrate ha notificato un accertamento alla società di Atlanta nel quale si reclamano imposte non pagate per 3,3 miliardi di dollari (3 miliardi di euro) relativi alle dichiarazioni del periodo 2007-2009. Lo ha detto la società in una nota richiesta dalla Sec, la Consob americana. L’ingente somma di denaro sarebbe stata sottratta al fisco americano attraverso una scorretta applicazione delle regole di transfer price. Queste norme disciplinano come contabilizzare i ricavi, i costi e quindi gli eventuali proventi che derivano dal trasferimento di beni, servizi e altre utilità tra società interne allo stesso gruppo. Nel caso specifico Coca-Cola avrebbe goduto di indebiti vantaggi fiscali derivanti dalla concessione in licenza di asset cosiddetti “intangibili” (marchi, brevetti, diritti ecc) “relativi alla fabbricazione, distribuzione, vendita, marketing e promozione sui mercati esteri” L’accusa dei funzionari del fisco è comune ad altre grandi multinazionali americane: la multinazionale avrebbe spostato all’estero maggiori proventi del dovuto, sottraendo base imponibile al fisco americano che tassa gli utili societari al 35 per cento. Questi proventi sarebbero stati “parcheggiati” invece in Paesi con una fiscalità agevolata.

Coca-Cola ha ribadito di aver seguito sempre le stesse regole per il transfer pricing, mai contestate finora. Ha respinto quindi ogni addebito e ha annunciato che darà battaglia presso la corte tributaria di competenza per far valere le sue ragioni. Il comunicato non rivela se ci sono accertamenti in corso per le annualità seguenti il 2009, né in quali Paesi Coca-Cola avrebbe spostato marginalità per sottrarla all’imponibile americano. La somma che il fisco reclama è comunque molto consistente, e per questo motivo la notizia sta rimbalzando sui media americani: 3,3 miliardi di dollari, cui aggiungere gli interessi legali, sono pari a poco meno del 50% degli utili netti consolidati del 2014, pari a 7,1 miliardi.

© Riproduzione riservata