Centrale latte Torino, al via export in penisola arabica 

La società ha siglato un accordo al 2019 con un operatore di Dubai. Proseguono le negoziazioni per la fusione con Mukki, prevista entro fine anno
Centrale latte Torino, al via export in penisola arabica 

Prosegue con un’altra intesa importante il piano di espansione fuori dai confini nazionali della Centrale latte Torino. Dopo la Cina questa è la volta degli Emirati Arabi Uniti, dove il gruppo piemontese esporterà latte a lunga conservazione in forza di un accordo che scadrà nel 2019 con un operatore di Dubai specializzato in prodotti biologici. L’operatore arabo avrà come competenza territoriale oltre agli Emirati anche il Kuwait, l’Arabia Saudita e l’Oman. In tutti questi Paesi verranno esportate tre referenze: il latte biologico, quello parzialmente scremato e l’intero nel nuovo formato da 250 ml, specifica la società in una nota. Nei primi nove mesi del 2015 la Centrale ha esportato prodotti per 600 mila euro, secondo quanto emerso durante un incontro tra la società e gli investitori finanziari a Londra. Nei primi sei mesi del 2015 i ricavi consolidati sono stati invece pari a 48,7 milioni di euro, in calo rispetto ai 51,1 milioni dello stesso periodo del 2014 a causa della sofferenza che vive il settore del latte in Italia, tra calo dei consumi e pressione delle private label. Da qui la necessità di trovare canali di export. Il margine operativo lordo è stato invece in crescita del 26% a 3 milioni di euro grazie al calo del prezzo della materia prima che ha dato sollievo all’attività di trasformazione.

Nel frattempo continuano le negoziazioni con la Centrale del Latte di Firenze Pistoia e Livorno, conosciuta per il marchio Mukki, per la fusione tra le due società che darà luogo a Centrali del latte d’Italia. All’ordine del giorno ci sono tutti gli aspetti tipici di queste operazioni: il concambio azionario (aspetto rilevante dato che la Centrale torinese è quotata in Borsa) nonché la governance e le attribuzioni varie all’interno di un modello che dovrebbe continuare ad essere “federale”. Si stima che questo processo finisca entro fine del 2015, quando sarà varato il nuovo assetto.

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