Cibus è Italia, cosa succederà dopo Expo 2015?

La replica del format nelle fiere estere e a Cibus 2016, le proposte per un Osservatorio sull’Italian sounding e i corner italiani per i retailer stranieri. Ecco le iniziative per aumentare la presenza delle aziende italiane sui mercati esteri
Cibus è Italia, cosa succederà dopo Expo 2015?

Sebbene non si conoscano ancora i dati ufficiali, è indubbio che l’esperienza di Expo 2015 ha dato un contributo determinante al sostegno e alla promozione del food made in Italy. L’agorà creativa dove sono state trattate le principali tematiche sul ruolo e sul potenziale dell’agroalimentare italiano nei mercati esteri è stata la Sala Convegni del padiglione “Cibus è Italia – Federalimentare” che ha riunito gli esponenti dell’industria, dell’agricoltura e della distribuzione in 250 incontri tra workshop, convegni, conferenze stampa e degustazioni guidate e che verrà recuperata integralmente diventando il nuovo ingresso ovest del quartiere fieristico di Fiere di Parma.

La 18° edizione della fiera Cibus, in programma a Parma a maggio 2016, sarà il primo evento in cui si replicherà il format del padiglione Cibus è Italia. Sarà poi la volta di altre fiere in Asia e anche negli Usa, come la Iddba di Houston e la Fmi Connect di Chicago.

L’altra opportunità, proposta da Federalimentare e da Fiere di Parma, è la creazione di un Osservatorio permanente sull’Italian sounding, finalizzato a monitorare con puntualità e su base annuale il fenomeno della contraffazione agroalimentare.

La presenza dei prodotti italiani sui mercati esteri potrà essere ampliata grazie ad un nuovo format ‘shop-in-shop’ per i retailer esteri: Cibus si propone come soggetto aggregante per proporre ai retailer esteri una soluzione ‘chiavi in mano’ che raccolga l’espressione più completa e d’eccellenza del paniere di prodotti italiani da offrire e vendere ai consumatori esteri.

Cibus è Italia ha significato soprattutto matching tra aziende e buyer esteri: 15 sessioni con top buyer provenienti da ogni continente, 5mila incontri dentro il padiglione e 200 visite negli stabilimenti sul territorio, grazie alla collaborazione tra Fiere di Parma, ICE e Federalimentare. Oltre a circa mille incontri tra aziende espositrici e buyer italiani. Un modello che si vuole perfezionare ed espandere con la creazione di un team di coordinamento per tutte le missioni sul territorio italiano di buyer esteri sia dopo la fiera Cibus di maggio 2016, sia durante l’anno, che consenta ai buyer di conoscere dall’interno le aziende e i loro siti produttivi grazie a tour personalizzati.

“L’immagine dell’alimentare italiano che abbiamo dato al mondo – ha dichiarato Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare – è quella di una filiera unita in tutte le sue componenti agricoltori, industria di trasformazione e distribuzione, capace di superare antiche rivalità. Un modello di cooperazione che ci permetterà di essere più competitivi nello scenario nazionale e internazionale, grazie anche al sostegno del Governo che ha dato un supporto inedito all’alimentare mettendolo al centro della sua politica di rilancio del Paese”.

“La piattaforma fieristica Cibus – ha detto Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – può essere molto utile nella strategia complessiva per portare l’export agroalimentare italiano ai 50 miliardi auspicati dal Governo entro il 2020. Cibus è già il punto di incontro dei produttori italiani e degli operatori esteri e la nostra esperienza è a disposizione per un sempre maggiore coordinamento con il ICE/ITA e con Federalimentare e per un ruolo attivo nel dopo Expo”.

© Riproduzione riservata