E-commerce, la top 5 delle false convinzioni

Dalla bassa redditività ai rischi per le insegne. Ecco i peggiori preconcetti che rallentano lo sviluppo del digitale
E-commerce, la top 5 delle false convinzioni

L’e-commerce presta il fianco a una serie di preconcetti, molto spesso del tutto errati. A confutarli ci pensano i dati della seconda edizione del Baromètre digital du commerce, realizzato dalla società di consulenza Oliver Wyman. Ecco la top cinque delle convinzioni sbagliate, con relativa spiegazione.

1- I clienti si aspettano la stessa ampiezza dell’offerta su tutti i canali. E’ falso. Infatti gli shopper non cercano ovunque i medesimi plus e anzi hanno aspettative molto diverse. Dal web si attendono l’ampiezza della gamma e un prezzo più basso, mentre dal negozio fisico la consulenza, il servizio e l’immediata disponibilità del prodotto.

2- Gli store sono un fardello che impedisce alle insegne tradizionali di compete con i pure player. Al contrario, il 93% degli intervistati nel Baromètre digital du commerce considerano il punto vendita fisico come un vantaggio per rispondere alle esigenze dei clienti.

3- Le insegne che puntano sul digitale perdono il contatto con i loro clienti. Certo, in diversi casi il web può ridurre le vendite in-store. Ma la tracciabilità del percorso cliente, i social network e le promozioni mirate consentono ai retailer omnicanale di tessere un rapporto sempre più personale con i loro clienti.

4-  Non è possibile competere con giganti del calibro di Amazon e Apple. In Francia Cdiscount, Fnac, Darty e tanti altri fanno di più che resistere ai big player. I rivenditori, inoltre, ha compiuto grandi progressi nel drive.

5- Nessun investimento nel digitale è veramente redditizio per le insegne tradizionali. Spesso si punta il dito contro la bassa redditività della vendita online. Ma non bisogna dimenticare che l’ecommerce permette anche di ottimizzare le prestazioni operative nel negozio, con risparmi significativi.

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