
In occasione dell’incontro “Per una manifattura di qualità – Investimenti in conoscenza, apertura, legami con il territorio” organizzato dalla Cattedra Jean Monnet in Economia Industriale Europea dell’Università di Parma, Guido Barilla – intervenuto insieme ad altri due importanti esponenti dell’imprenditoria emiliana come Alberto Chiesi e Gianpaolo Dallara – ha illustrato le linee guida e i punti di forza del modello di business di Barilla, uno dei principali gruppi alimentari italiani sempre più proiettato ai mercati internazionali.
BARILLA, AZIENDA DI SUPPLY CHAIN
Una delle più importanti aree di investimento del gruppo si conferma quella della trasformazione del grano. “Siamo prima di tutto un’azienda di supply chain – spiega il presidente – . Proprio la capacità di investire nella filiera è alla base del successo di Barilla in Italia e nel mondo”.
LE REGOLE DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE
Per Barilla, che vanta oggi 29 siti produttivi di cui 10 in Italia e 26 sedi commerciali, l’internazionalizzazione è diventato uno dei fattori strategici di sviluppo. Il presidente del gruppo emiliano ha ricordato che: “Negli Stati Uniti fino agli anni Novanta Barilla non esisteva e oggi grazie alla costruzione degli stabilimenti in loco è leader nel mercato della pasta con il 30% di quota e si sta affermando anche nel fuori casa grazie ai tre ristoranti di proprietà“.