“Senza il mais Ogm l’Italia muore”. L’appello di 2.400 imprenditori

L'articolo uscito oggi su La Stampa a firma del ricercatore del CNR Roberto Defez, mette in luce i rischi di un'informazione distorta
“Senza il mais Ogm l’Italia muore”. L’appello di 2.400 imprenditori

“Senza il mais Ogm l’Italia muore”, è l’appello  di 2.400 imprenditori le cui firme si trovano sul sito www.salmone.org. La notizia è apparsa oggi su La Stampa, anche se in realtà a dare per primo la notizia è stato Riccardo Iacona nella sua trasmissione Presa Diretta, mostrando una realtà sugli Ogm avvallata da ricerche scientifiche (vedi video-embed a seguire, dal minuto 39).

Nell’articolo si spiega come grazie al piano Marshall le rese per ettaro del mais ibrido passarono da 20 a 100 quintali coprendo tutto il fabbisogno interno negli ultimi dieci anni. Oggi invece se ne coltiva la metà del fabbisogno e si importa l’altra metà. Non conviene più produrlo e  molte aziende agricole chiudono. Il mais Ogm può essere raccolto con la mietitrebbia, riduce l’uso di insetticidi e migliora la qualità della polenta, abbattendo le pericolose microtossine. L’assurdo scrive La Stampa è che “si acquistano dall’estero fiumi di mais Ogm che è vietato coltivare in Italia. La Coldiretti ha impedito la coltivazione di mais Ogm, ma ha venduto mangimi con Ogm, danneggiando le aziende agricole nazionali”. Per questo 2.400 imprenditori agricoli del Nord, che rappresentano motore dell’agroalimentare in crisi, lanciano un grido di dolore prima di chiudere le proprie aziende. “Bisogna rompere le catene delle tante Coldiretti che giocano su troppi tavoli per nascondere i fatti, illudere i consumatori e spegnere le speranze di un futuro in cui non saremo costretti a veder emigrare i nostri figli per avere in cambio un pugno di mangimi, quasi tutti Ogm”, conclude La Stampa.

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