Chi comprerà Parmacotto?

Ecco i potenziali acquirenti che potrebbero rilanciare l'azienda sul mercato dei salumi
Chi comprerà Parmacotto?

Chi comprerà Parmacotto? Due le multinazionali interessate. La prima: Jbs.  Dopo la separazione consensuale dal gruppo Cremonini, il gruppo brasiliano Jbs, leader mondiale delle carni con un fatturato di 50 miliardi di euro nel 2014, dopo aver acquisito Rigamonti, azienda valtellinese specialista della bresaola, è molto interessata a Parmacotto per rilanciare il marchio e sviluppare un fatturato di 300 milioni nel giro di cinque anni. La seconda: la spagnola Campofrio Food Group, il gigante mondiale dei salumi e delle carni di suino (oltre 1,8 miliardi di euro di fatturato) nato nel 2008 dalla fusione tra la spagnola Campofrio e l’americana Group Smithfield Holdings. Oggi controlla la Cesare Fiorucci un brand leader nel centro sud che con il brand Parmacotto acquisirebbe quote importanti nel nord. Anche il gruppo italiano Aia Veronesi, con i brand Negroni e Montorsi, ha un piano di raddoppiare il fatturato dagli attuali 2,8 miliardi di euro nel giro di dieci anni attraverso la crescita interna ma soprattutto con acquisizioni e potrebbe con Parmacotto rafforzare la sua leadership nel mercato italiano oltre ad avere un nuovo stabilimento per gli affettati. Anche Citterio la società milanese presente con diversi stabilimenti sul territorio nazionale che ha fatturato 239 milioni di euro nel 2014, potrebbe con l’acquisizione di Parmacotto raggiungere più facilmente 500 milioni di fatturato che ha come obiettivo per i prossimi anni. Infine un fornitore di Parmacotto la società Fimar Carni di Fiandri, accettando di convertire il suo credito in azioni, diventerebbe con l’approvazione del concordato il nuovo azionista di maggioranza. Da solo o insieme a Parma Prodotti Alimentari Import Export, Consorzio Zenit, Katia Prosciutti e altri ancora. Se verrà omologato il concordato a ottobre e non verrà convalidato il sequestro d’urgenza (ovvero nel caso di convalida ed eventuale successivo dissequestro) e se l’ebitda continuerà a rimanere intorno al 10%, la società Parmacotto, potrebbe ritornare alla ribalta nel settore dei salumi italiani. Marco Rosi, che ha fondato Parmacotto esattamente trent’anni fa, qualcosa di buono bisogna riconoscere che è riuscito a fare costruendo un brand di valore sul mercato.

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