
photo credits: Murdo Macleod for the Observer
Incentivare i comportamenti virtuosi, prima ancora che punire quelli scorretti. E’ lo spirito della legge 166/2016, meglio conosciuta come norma anti-sprechi, entrata in vigore lo scorso 14 settembre. Il provvedimento, infatti, disciplina la cessione a titolo gratuito delle eccedenze alimentari a favore di enti pubblici e privati che perseguono finalità solidaristiche, senza scopo di lucro. E lo fa prevedendo esenzioni e agevolazioni fiscali a più ampio raggio, proprio con l’obiettivo di semplificare le procedure burocratiche, rendendo quindi conveniente donare prodotti invenduti, prossimi alla data di scadenza, oppure scartati per ragioni estetiche e commerciali. Una mossa, insomma, per tentare di arginare lo scandalo del cibo buttato, stimato in 90 chilogrammi a testa ogni anno, con un costo di circa 12,5 miliardi di euro.

MULTE SALATE IN FRANCIA
L’Italia è dunque il secondo Paese europeo a dotarsi di una normativa di questo tipo. Il primo è stato la Francia, lo scorso febbraio, con un modello però molto più concentrato sull’aspetto sanzionatorio, tanto da prevedere multe fino a 75 mila euro per i contravventori e due anni di reclusione.
IL SUPERMARKET DI PUDSEY
Nel Regno Unito, intanto, fa notizia l’apertura del primo supermercato dedicato alla vendita di scarti alimentari, sulla falsa riga del progetto danese WeFood. Si tratta di uno store inaugurato a Pudsey, vicino Leeds, dagli attivisti del Real Junk Food Project (vedi video qui sotto), in accordo con alcuni big della distribuzione, come Sainsbury, Morrisons e Ocado, nonché con diversi player locali. L’offerta spazia dai cibi di prima necessità fino a specialità come le torte di Marks & Spencer, passando per un vasto assortimento di frutta e pane, che sono del resto gli alimenti più scartati dai retailer. Tutti prodotti destinati a finire in discarica, ma perfettamente consumabili. I clienti, sempre molto numerosi, pagano secondo il criterio della donazione spontanea, utilizzando quindi risorse finanziarie oppure prestando il proprio tempo per attività di volontariato.