Opa Lactalis su Parmalat: via da Piazza Affari

Il gruppo francese offre 2,8 euro per ritirare tutti i titoli in circolazione e delistare le azioni. Il cda dovrà adesso valutare la congruità del prezzo
Opa Lactalis su Parmalat: via da Piazza Affari

Cinque anni e mezzo dopo la prima offerta pubblica d’acquisto (opa), che ne cancellò l’identità di ‘public company’ a capitale polverizzato, Parmalat torna sotto opa sempre per mano dei francesi di Lactalis, che già controllano l’87,74% del capitale e che mirano adesso al controllo totale dell’azienda nata a Collecchio, nel parmense. L’obiettivo dichiarato è quello di delistare la società da Piazza Affari, dov’è quotata attualmente, per dotarla di una nuova dinamica, che potrà essere più facilmente ed efficacemente conseguita nel lungo periodo senza far ricorso al mercato azionario come si legge in una nota.

UN’OPERAZIONE DA ALMENO 636 MILIONI DI EURO – Per questo motivo Sofil, la società del gruppo Lactalis della famiglia Besnier che materialmente controlla Parmalat, si è impegnata ad acquisire il 12,26% del capitale ancora sul mercato (227.419.208 azioni ordinarie) al prezzo di 2,8 euro per titolo, per un controvalore totale di 636 milioni di euro circa. La società acquirente si è impegnata ad acquisire anche tutte le eventuali nuove azioni che saranno emesse in base all’esercizio dei warrant (diritti) in circolazione e quindi il costo finale potrà salire ulteriormente. Adesso il cda della società emiliana (ma la sua sede legale è stata spostata da poco a Milano), già espressione di Lactalis, dovrà esprimersi sulla congruità di quest’offerta che è superiore al 11% rispetto alla media dei prezzi ufficiali dell’ultimo mese e di quasi il 15% rispetto alla media degli ultimi tre mesi dice Sofil, ricordando anche che i 2,8 euro non sono mai stati toccati in Borsa dal 2011 in poi.

NEL 2011 FURONO PAGATI 2,6 EURO AD AZIONE – La precedente opa del 2011, però, era stata lanciata a 2,6 euro ad azione e questa attuale non sembra così più vantaggiosa dopo cinque anni di governo Lactalis. Un considerazione che probabilmente fanno anche gli stessi investitori in borsa, dove il titolo viene scambiato a valori superiori a quelli dell’opa. Le attese implicite sono quelle di un rialzo del prezzo che i francesi si sono detti in prima battuta disposti a pagareNel 2011 la società, sotto la guida di Enrico Bondi fino al cambio di assetto proprietario, aveva un fatturato consolidato pari a 4,5 miliardi di euro circa, con un risultato operativo (ebit) di 207,3 milioni di euro e un utile netto di 170,4 milioni. Nel 2015, ultimo bilancio approvato, i ricavi consolidati sono stati 6,41 miliardi, grazie alle tante acquisizioni portate a termine negli ultimi anni con l’enorme liquidità post crac Tanzi recuperata da Enrico Bondi, l’ebit è stato di 276,9 milioni e il risultato netto è stato di 147,6 milioni. Il fatturato è quindi cresciuto ben più del margine operativo ebit: 42% di crescita cumulata del primo contro 33% del secondo.

INDAGINE PENALE SU ACQUISIZIONE LAG ANCORA APERTA – C’è da ricordare che quest’offerta arriva quando non sarebbe ancora chiusa l’indagine penale che pende presso la Procura della Repubblica di Roma, scaturita dall’acquisizione di Parmalat delle attività Lactalis negli Usa (Lactalis american group-Lag), e che si sospetta siano state pagate più del necessario in una situazione di potenziale conflitto d’interessi ai danni dei soci di minoranza. Ai consiglieri d’amministrazione, e al mercato, spetterà adesso la sintesi di tutte le informazioni per comprendere meglio se il prezzo offerto è corretto.

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