La leadership secondo Andrea Guerra

Oggi, per le aziende, le persone sono più importanti dei prodotti. E il vero lavoro è trasformare ogni dipendente in leader, coltivando il suo spirito imprenditoriale. Con un team così si vince ogni sfida
La leadership secondo Andrea Guerra

Oggi avere in azienda le persone giuste è più importante che avere i prodotti giusti. Parola di Andrea Guerra, uno che di successi aziendali se ne intende. È intorno a questo concetto che si è articolato il talent talk dello Human Age Istitute di Manpower lo scorso 2 marzo a Milano. Stimolato a parlare sul tema del talento dalle domande di Stefano Scabbio, amministratore delegato di Manpower, il top manager che ha portato al successo internazionale società come Merloni e Luxottica e che ora guida il processo di crescita ed espansione di Eataly ha raccontato quali sono i principi che hanno sempre ispirato (con successo) il suo stile di management. Credo profondamente nello spirito imprenditoriale che c’è in ciascuno di noi – ha spiegato Guerra. Il mio obiettivo è sempre stato quello di fare in modo che le persone pensino (a volte i capi chiedono alle persone di non pensare, ma di eseguire e basta). Se si riesce a stimolare in ogni dipendente un pensiero creativo e a coltivare la sua capacità imprenditoriale, si vince ogni sfida. Avere tanti leader in azienda oggi è determinante. Certo è un percorso lungo e difficile. Perdi la vista e i capelli, ma se capisci che è più importante stare dietro alle persone che al business hai già vinto.

IL SEGRETO E’ LA CONDIVISIONE – Un investimento sulle persone che è reso sempre più necessario anche dai profondi cambiamenti in atto nel modo di concepire il business. Il problema di oggi è che siamo più concentrati sulla velocità che sull’approfondimento – continua Guerra. Per stare al passo con i tempi, tendiamo a scendere poco in profondità, consapevoli che quello che approfondiamo oggi sarà già cambiato domani e quindi poco disposti a perderci tempo. In realtà questo è un errore. Dobbiamo essere molto determinati a fare riflessioni strategiche profonde, a individuare con grande chiarezza le nostre linee guida e a condividerle con tutti. In Luxottica condividevo il piano strategico triennale con 45mila persone. Perché? Perché sapevo che quando il solco da seguire è chiaro per tutti, riallinearsi sugli obiettivi in momenti di discontinuità e cambiamento diventa più semplice.

SBAGLIARE SI PUO’  – Tutto questo senza paura di sbagliare e senza penalizzare in azienda chi lo fa. Fare errori è normale, l’importante è avere il coraggio di riconoscerli e denunciarli – specifica Guerra. Bisogna creare in azienda il clima perché le persone siano serene nell’ammettere i loro sbagli. Ho visto aziende con marchi importantissimi subire pesanti sconfitte perché non sono riuscite a dirsi la verità sugli errori commessi e a “fermare la macchina” prima che fosse troppo tardi. Quando si va all’estero succede spesso. Perché se c’è una cosa che ho capito in tutti questi anni è che nel business, a differenza che nella vita, tutti i nodi prima o poi vengono al pettine. Sempre.

EATALY ALLA CONQUISTA DEL MONDO  – Con questo spirito Guerra è salito sul ‘treno’ di Eataly per guidarlo sui mercati esteri e trasformare il gruppo in un’impresa globale. La sfida di Eataly mi è subito piaciuta molto. Quando ho terminato la mia esperienza in Luxottica, dopo un anno di stop nel quale ho dato il mio contributo come consigliere economico del governo Renzi, ho capito che avrei voluto tornare nel mondo del business a quattro condizioni: continuare a lavorare per un’azienda italiana, che avesse un bel marchio, con prospettive di crescita internazionale e una famiglia aperta alla gestione manageriale e alla finanza. In Eataly ho trovato tutto questo. Farinetti ha creato un format unico, che sta cambiando a livello internazionale il modo di concepire il cibo, di comprarlo e consumarlo, aggiungendo una componente emozionale importante. È una grande start up che per i primi 5 anni ha avuto un solo negozio e negli ultimi 5 ne ha aperti 25 nel mondo. Arrivare presto a 150 è un traguardo entusiasmante che credo si possa raggiungere con serenità.

Maria Cristina Alfieri

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