Francia, perché la legge anti-sprechi è (quasi) da buttare

Presentata come una misura rivoluzionaria, la via francese per evitare lo spreco di cibo da parte dei supermercati ancora non convince. E mostra il fianco ai raggiri
Francia, perché la legge anti-sprechi è (quasi) da buttare

A poco più di un anno dal varo della legge anti-sprechi alimentari in Francia è tempo di bilanci. Il provvedimento, votato all’unanimità dal parlamento transalpino, ha introdotto un sistema sanzionatorio nei confronti dei supermercati di dimensioni superiori ai 400 metri quadri che mandano in discarica le eccedenze alimentari ancora commestibili. Chi non si organizza stipulando specifiche partnership con organizzazioni benefiche attive nel settore, rischia dunque multe fino a 75 mila euro o due anni di reclusione. Una misura certamente pionieristica e presa poi in parte a modello da altri Paesi, Italia compresa, ma probabilmente ancora lontana dal sortire i risultati attesi.

Costi eccessivi per i distributori

Anzi, alcuni addetti ai lavori parlano apertamente di un mezzo fallimento, puntando il dito contro la penuria di servizi e strutture per il trasporto del cibo e in grado di garantire la salvaguardia della catena del freddo. Supermercati e associazioni no profit, insomma, si troverebbero a fronteggiare costi eccessivi, anche a fronte degli incentivi erogati dal governo.

I limiti della normativa

Secondo un recente studio, nel dipartimento dell’Isère appena il 24% degli scarti alimentari totali finisce poi effettivamente alle organizzazioni benefiche. Inoltre, un rapporto della Corte dei Conti europea ha evidenziato come la legislazione francese sarebbe in realtà facilmente eludibile, nonché poco minuziosa nello stabilire il suo perimetro d’azione. Tanto che se un supermercato ridistribuisce appena l’1% delle sue eccedenze, potrebbe addirittura già essere in regola.

Aumenta lo spreco in Europa

In ogni caso, un merito indiscutibile della legge è sicuramente quello di aver contribuito a sensibilizzare i consumatori, spingendoli verso comportamenti più virtuosi. Intanto, durante lo scorso anno nel vecchio continente circa 88 milioni di tonnellate di prodotti alimentari sono finiti in discarica. Senza interventi radicali, si prevede che entro il 2020 l’Europa butterà via almeno 120 milioni di tonnellate di cibo riutilizzabile.

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