Prosciutto crudo, primi segnali di ripresa

La categoria arretra ancora nei volumi, ma il giro d’affari torna in terreno positivo grazie al banco taglio. L’export avanza trainato dalle Dop
<b>Prosciutto crudo</b>, primi segnali di ripresa

Nel corso del 2016 il prosciutto crudo ha registrato un calo dei volumi pari all’1,1%, mantenendo comunque in attivo il saldo a valore. Il mercato vale nel complesso 1,6 miliardi di euro con una vendita sull’anno pari a 73,2 milioni di chilogrammi. Mentre prosegue l’aumento dei prezzi soprattutto per il segmento degli affettati – conseguenza della volatilità nei costi delle materie prime – i consumatori premiano l’offerta dei tutelati e delle referenze a elevato contenuto di servizio. Intanto avanza l’export, pur risentendo di un brusco calo nei mercati di Germania e Stati Uniti, nonché di barriere doganali e sanitarie che ostacolano inevitabilmente il business.

Tutti i numeri

Poco più del 68% delle vendite si concentra nella distribuzione moderna, dove gli iper riportano le performance peggiori, con un calo degli acquisti del 2,3%, mentre avanzano i super grandi e le piccole superfici. Il prodotto al taglio e gli affettati rappresentano i due segmenti principali, pesando rispettivamente per l’80% e il 16% dei volumi totali. Seguono quindi le tipologie dei tranci, a quota 4%, e i cubetti.

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