I prodotti biologici stanno cambiando le abitudini alimentari degli italiani

Lo si apprende dagli ultimi dati Nielsen, diffusi da AssoBio: L’83% delle famiglie consuma prodotti biologici. Il 40% dei nuovi prodotti immessi sul mercato è bio
I prodotti biologici stanno cambiando le abitudini alimentari degli italiani

Mentre a Tuttofood Barack Obama interveniva al Summit globale sull’innovazione alimentare sul tema della sostenibilità, AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici, ha diffuso i dati Nielsen -aggiornati 2017- sui consumi del trend bio in Italia. Lo studio dimostra che Il biologico guida la crescita del food, soprattutto nella GDO.

I prodotti biologici confezionati più venduti nei supermercati (anno di 12 mesi terminante il 31 marzo 2017) – Fonte: AssoBio su dati Nielsen –

Prodotti biologici, una nuova “religione”?

Si tratta di dati sorprendenti: Nei 12 mesi chiusi il 31 marzo, solo in Iper e Supermercati, le vendite di prodotti biologici hanno superato il valore di 1,27 miliardi di euro, in crescita del 19,7% rispetto all’anno precedente. Ai numeri della grande distribuzione vanno aggiunti poco meno di 900 milioni nel canale dei negozi specializzati, circa 350 milioni nella ristorazione e circa 1,8 miliardi in export. Con i canali minori (vendite dirette, on-line) superiamo i 4,5 miliardi – precisa Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio – . Sempre più italiani, dunque, scelgono biologico e solo nell’ultimo anno l’83% delle famiglie ha portato in tavola prodotti bio: tra questi consumatori il 27% sono convinti che siano più sicuri per la salute; il 20% che siano più rispettosi dell’ambiente; il 14% che siano più controllati e il 13% che i prodotti biologici siano, in definitiva, più buoni. In tutto sono 5,2 milioni le famiglie di consumatori regolari – almeno una volta alla settimana- di prodotti biologici.

Crescita in controtendenza

Il 60% delle vendite si basa sui prodotti “secchi”, il 21% sui prodotti freschi e il 12% sull’ortofrutta. È biologica più di metà della pasta integrale e speciale consumata in Italia, più del 30% delle confetture, delle bevande sostitutive del latte e delle gallette, il 19% di legumi e cereali, il 14,5% delle uova. Si tratta di una crescita che è in assoluta controtendenza rispetto allo scenario generale in cui versa il settore food & beverage, le cui vendite nel 2016 in Italia sono state inchiodate da un +0,1% rispetto al 2015.Tutte le principali catene di supermercati vantano linee di prodotti biologici proprie che sono in continuo sviluppo (+30% in numero di referenze medie nell’ultimo anno). I grandi palyer della distribuzione hanno compreso che quella dei consumatori biologici non è più una “nicchia” e che l’assortimento bio è un elemento che orienta la scelta del punto vendita: non a caso nel 59% dei volantini si evidenzia la presenza di prodotti biologici in assortimento.

Tutelare i prodotti biologici

Rispetto al 2015, si segnala che dei 419 milioni di euro di maggiori vendite dell’intero comparto alimentare, ben 166 milioni si devono ai prodotti biologici, il cui contributo alla crescita del mercato del food & beverage rappresenta il 40%. A conferma di questo mega trend, precisa Zanoni: Il consumatore è sempre più attento alla qualità complessiva dei prodotti che acquista, ed è sempre meno interessato a prodotti che, apparentemente economici, hanno però un pesante impatto sull’ecosistema. Successivamente il Presidente di AssoBio lancia una provocazione: È un controsenso che le nostre imprese, che oltre a produrre ottimi alimenti creano beni pubblici come la tutela dell’ambiente e della biodiversità, il benessere animale e lo sviluppo rurale, debbano sopportare costi per certificare che non inquinano, mentre chi inquina non paga nulla e scarica i costi sulla collettività. Non chiediamo contributi, ma vogliamo che esca finalmente dai cassetti, nei quali da oltre un anno è stato accuratamente riposto, il Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo del sistema biologico nazionale. Un progetto a cui abbiamo cominciato a lavorare sin da EXPO e che è stato approvato nel marzo 2016 dalla conferenza Stato Regioni. Il piano prevede la promozione di politiche di filiera per ricerca, innovazione e formazione, strumenti di comunicazione istituzionale e semplificazione normativa.

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