Amazon-Whole Foods, i tweet dei ceo italiani sul deal

Francesco Pugliese, Mario Gasbarrino, Giorgio Santambrogio e altri hanno commentato sui social i loro pensieri sull'operazione che fa sognare anche Andrea Guerra di Eataly
Amazon-Whole Foods, i tweet dei ceo italiani sul deal

Lo scacco matto di Amazon a Whole Foods Market non è certamente l’operazione del secolo per l’impegno finanziario profuso: i 13,7 miliardi di dollari che saranno riconosciuti in totale agli azionisti della catena texana sono pari al solo utile netto 2016 di Wal Mart (13,6 miliardi), e se paragonati ai 100 miliardi e passa di dollari che Ab Inbev ha investito per comprare Sab Miller o i 143 miliardi che avrebbe messo sul piatto Kraft Heinz per Unilever sono spiccioli, si potrebbe dire con una buona dose di distaccata ironia. Ma, al di la delle cifre assolute (in realtà valgono quelle relative), l’operazione ha scatenato la fantasia degli americani e non si contano più i commenti e gli sfottò sui social media per quelli che sono due brand ormai iconici dell’american way of life, nonostante WF fosse piuttosto appannato negli ultimi tempi. Una battuta che circola con insistenza riguarda il dialogo tra il fondatore di Amazon Jeff Bezos e l’assistente vocale Alexa sviluppato della società di ecommerce per facilitare l’interazione tra i consumatori e il sito. Gioca sul fatto che questi assistenti vocali – ad esempio come Siri di Apple – non sono ancora perfetti nel riconoscimento dei comandi e fa all’incirca così:

Bezos: “Alexa, comprami (qualcosa) da Whole Foods”

Alexa: “Sto comprando Whole Foods”

Bezos: “Cavoli…”.

Pugliese, Gasbarrino & Co. Twittano a gogò

Qualche reazione sui social network si è vista anche in Italia, specialmente dopo l’intervista rilasciata al Sole 24 Ore dall’amministratore delegato di Eataly Andrea Guerra, che ha parlato di «Operazione epocale» e di «uno di quei fatti che ci danno la misura di come sta cambiando il mondo, ci dice che siamo in un’altra epoca, in un momento storico in cui i paradossi vincono. Oggi puoi essere tutto», sottolieando il fatto che «nel lungo periodo paga il marchio e non le promozioni. E soprattutto il mondo del “cibo” non è così maturo come si pensava. Anzi, resta una delle cose più importanti e centrali nel mondo del commercio.La catena acquistata da Amazon è infatti simbolo di saper fare distribuzione di qualità, ricerca e innovazione».

Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, concorda su Twitter con questa visione: «La location è (solo) investimento immobiliare concordo fare retail è costruire brand #Amazon ha comprato un gran bel brand» e con lui Mario Gasbarrino, presidente e a.d di Unes, secondo cui «Oggi Con WF #Amazon ha certificato che una #GDO che si limita a comprare scatolette da una #IDM ed a competere a suon di #promo e’ morta!»

Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di Gruppo VéGé e Presidente Adm-Associazione della distribuzione moderna dà enfasi al valore dell’acquisito e dei suoi punti di vendita sul territorio, più che all’acquirente e al suo modello di business: «Sapete quale è l’essenza profonda di questa acquisizione? Che anche il Re del digitale si è accorto dell’importanza del fisico. Great!»

Per Gabriele Nicotra, direttore acquisti U2, crea valore chi riesce a intercettare il consumatore ovunque esso si trovi: «Online compra fisico e Fisico compra online!! Questo significa che il cliente più ricercato è quello Che acquista su 2 canali» ha commentato su Twitter. Tra i meno entusiasti si segnalano Gianluca Diegoli, consulente di marketing con cattedra allo Iulm secondo cui «nel lungo periodo Amazon non ha mai fatto sopravvivere un brand (o forse uno, Zappos) tra quelli che ha acquistato. Vedremo», segnalando così che non è il brand quello che avrebbe valore, a differenza di ciò che sostiene Guerra, ma la presenza sul territorio. 

Fare speculazioni sui social network non costa nulla e si vedrà chi ha ragione, perchè nel frattempo Amazon non ha ancora rivelato nulla circa gli obiettivi e i piani della sua maggiore acquisizione di sempre. Sarà la prima piattaforma di sperimentazione e sviluppo su larga scala di Amazon Go (il servizio che consente di entrare in un negozio fisico e acquistare senza poi dover pagare alle casse?) Chissà. Innanzitutto bisognerà attendere il perfezionamento dell’operazione e non è escluso che qualcun altro rilanci sull’offerta di Amazon, in ottica difensiva. E poi, chi vivrà, cliccherà.

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