A Bologna sta per nascere il primo supermercato autogestito d’Italia. Un’esperienza che segue l’esempio di New York, dove esiste un negozio del genere addirittura dal 1973. In questo luogo speciale i clienti sono soci e si impegnano attivamente nello sviluppo e nella gestione dell’emporio. Cosa devono fare concretamente i soci? Quello che farebbe un normale commesso, magazziniere o cassiere: posizionare la merce sugli scaffali, occuparsi del magazzino, stare alla cassa, pulire e riordinare, ecc. In questo modo si abbassano considerevolmente i costi di gestione e ciò ovviamente è un vantaggio che si ripercuote sui prezzi dei prodotti. Naturalmente solo se si collabora attivamente alla gestione del negozio è possibile fare la spesa lì e usufruire dei vantaggi sociali ed economici dell’iniziativa. Per diventare membri di questa comunità a tutti gli effetti, basta versare una piccola quota annuale (circa 100 euro), che sarà reinvestita a sostegno del progetto.
Non solo New York
Dopo l’esperienza positiva negli Stati Uniti, è stata poi la volta de La Louve a Parigi, con 3mila soci per 1500 metri quadri di esposizione, e infine di BeesCoop a Bruxelles, partito in corsa la scorsa settimana con circa 300 soci. In Francia l’iniziativa ha preso particolarmente piede, e non solo nella capitale: sono infatti 30 oggi le realtà simili sparse per il Paese. A Bologna il primo supermercato autogestito si chiamerà Camilla e la sua apertura è prevista per il 2018. A realizzarlo, sarà Alchemilla GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), in collaborazione con l’Associazione Campi Aperti, organizzazione di produttori biologici e contadini del territorio. Alimenti biologici ed eco-sostenibili saranno protagonisti sugli scaffali del supermercato, sistemati e riordinati quotidianamente dai membri associati. Per ora abbiamo 150 sottoscrittori, ma il primo incontro pubblico c’è stato solo pochi giorni fa. L’interesse è alto, da parte dei produttori come dei consumatori ha commentato Giovanni Notarangelo, tra i primi promotori di Camilla.
Il documentario
A raccontare questa esperienza che si sta diffondendo un po’ in tutto il mondo ci ha pensato Thomas Boothe, fondatore de La Louve, nel documentario “Food Coop”. Americano di nascita ma parigino di adozione, Thomas ha deciso di replicare l’esperienza di Park Slope nella capitale francese, dopo uno studio durato 5 anni. Nella sua pellicola, il regista racconta i passaggi che hanno portato al risultato finale, registrando il lavoro volontario di tutti i collaboratori, e creando così un documentario sui generis che mostra nei dettagli l’intero progetto. In previsione dell’apertura di Camilla, il film sarà trasmesso a breve anche nelle sale italiane, con una prima assoluta fissata per il prossimo 14 novembre a Bologna.