Salmone, performance poco rosee

Flettono le vendite del pesce affumicato, mentre rincara il prezzo medio a causa della scarsità di materia prima. Poche le novità dei produttori di marca del settore
Salmone, performance poco rosee

Consumi in calo e prezzi al rialzo: queste in sintesi le principali dinamiche cui si assiste nel mercato del salmone affumicato. Entrato nel 2011 a far parte del paniere dei beni Istat per il calcolo dell’inflazione, a testimonianza del suo consumo pervasivo, oggi ha un’accessibilità a rischio, imputabile in parte al forte aumento dei costi della materia prima, a sua volta innescata dalla scarsità della stessa. Se, infatti, negli scorsi anni il salmone affumicato ha goduto di una parabola positiva anche nel mass market – piace perché è conveniente, salutare e sfizioso – oggi la curva dei consumi ha invertito la rotta.

Tutti i numeri

Nell’anno terminante il 2 luglio 2017, il mercato del salmone affumicato sviluppa vendite in volume pari a 11.161 tonnellate, generando un fatturato di 335 milioni di euro. Rispetto al periodo corrispondente, i volumi risultano in calo del -3,3% – afferma Silvio Tanghetti di Nielsenmentre le vendite a valore sono in crescita (+6,2%), grazie a un aumento del prezzo medio del 9,9% che raggiunge così i 30 €/kg. A livello geografico, tutte le aree presentano trend in calo a volume, ma in crescita a valore. In particolare, l’Area 1, quella col peso maggiore sia a volume (32,6%) che a valore (34,8%), presenta il calo maggiore a volume (-4,2%) ma la seconda miglior crescita a valore (+6,8%), dietro solo a quella riscontrata in Area 2 (-0,8% a volume; +8% a valore). Il mercato è concentrato per il 63,3% dei volumi nei supermercati e negli ipermercati (a valore arriva al 69,2%). Cala invece il peso dei discount, arrivando a veicolare il 27,8% dei volumi e il 19,8% a valore, con un prezzo medio sensibilmente inferiore alla media della categoria (21,36€/kg). Gli assortimenti crescono nei vari canali arrivando a essere presenti in media 17 referenze negli iper e 6 nei super – conclude Tanghetti. Rimane stabile a tre, il referenziamento medio nei discount. Infine, la promozionalità in questo mercato veicola il 37,7% delle vendite, registrando un picco negli iper pari al 48,4% (+1,8 punti). La crescita è simile nei super (+1,6 punti) dove le promo coprono il 31,8% del venduto.

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