De Castro relatore anti pratiche sleali

L’europarlamentare e primo vice-presidente della Commissione Agricoltura sostiene la proposta di direttiva che punta a contrastare le pratiche commerciali scorrette nella filiera alimentare
De Castro relatore anti pratiche sleali

Paolo De Castro – deputato europeo e primo vice-presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Ruralesarà il relatore per l’Europarlamento sulla direttiva UE contro le pratiche commerciali scorrette nella filiera alimentare. E’ un’iniziativa necessaria per frenare comportamenti da Far West, che producono inefficienza e sprechi alimentari danneggiando tanto i produttori che i consumatori, commenta De Castro dopo la presentazione, stamattina, della proposta legislativa alla Commissione agricoltura dell’Europarlamento da parte del commissario UE competente, Phil Hogan. Il progetto di direttiva illustrato da Hogan – prosegue De Castroè un’opportunità per continuare il lavoro fatto con il regolamento ‘Omnibus’ per migliorare la competitività delle parti più deboli della filiera agroalimentare. Dopo che venti Paesi hanno già legiferato in materia servono regole comuni contro comportamenti scorretti come, per esempio, pagamenti ritardati o cancellazioni di ordini last minute per i prodotti deperibili. Così – conclude De Castroavremo gli strumenti anche per iniziare a scardinare inefficienze che contribuiscono a fenomeni ‘misteriosi’, come la moltiplicazione dei prezzi di frutta e verdura dal campo alla tavola.

La proposta

La direttiva costituisce un approccio uniforme per l’introduzione di uno standard minimo di protezione relativo alle pratiche commerciali sleali nella filiera agro-alimentare. La protezione si applica alle PMI, ai loro fornitori e agli acquirenti, e riguarda i prodotti agricoli alimentari, quelli provenienti da pesca e acquacoltura e i prodotti agricoli trasformati per uso alimentare. La relazione tra fornitori e compratori, in combinazione con i prodotti contemplati – si legge nel secondo articolo della proposta di direttiva – ha portato ad identificare pratiche commerciali lungo l’intera filiera agro-alimentare, da eliminare in quanto sleali. Tali pratiche possono avere un effetto a cascata sugli operatori a monte della filiera, mettendo gli agricoltori sotto pressione diretta o indiretta. La proposta tiene in considerazione che le pratiche commerciali sleali non sempre vengono stabilite in un contratto scritto e possono manifestarsi in ogni fase della transazione, anche quando già conclusa (cancellazioni, modifiche unilaterali di ordini o contratti). Anche i fornitori extra-UE potranno invocare l’applicazione delle misure presenti nella proposta, in relazione alle loro transazioni con l’Unione.

Le pratiche proibite

Le pratiche commerciali sleali proibite dalla nuova direttiva comprendono: il divieto per i compratori di pagare i loro fornitori dopo 30 giorni, quando la fornitura consiste in prodotti deperibili; la cancellazione all’ultimo minuto di ordini di prodotti deperibili; i cambiamenti unilaterali e retroattivi nei termini di un accordo di fornitura; il pagamento per lo spreco di prodotti alimentari non imputabili al fornitore. Altre pratiche, che sono sleali quando adottate senza un accordo, possono invece essere accettate e potrebbero portare a soluzioni reciprocamente vantaggiose se coperte da un accordo tra le parti. Tra queste, la restituzione della merce invenduta al fornitore; i pagamenti per garantire o mantenere un contratto di fornitura; i pagamenti ai compratori per la promozione dei prodotti a loro venduti; i pagamenti da parte dei fornitori per la commercializzazione dei propri prodotti.

© Riproduzione riservata