Vino, la guerra dei dazi non ostacola l’export

Nessun segnale di pericolo dagli Stati Uniti secondo l’ultima indagine presentata a Vinitaly dall’Alleanza cooperative Agroalimentari
Vino, la guerra dei dazi non ostacola l’export

Nessun segnale di pericolo imminente per le esportazioni di vino italiano negli Stati Uniti. È quanto emerge da un’indagine realizzata in occasione di Vinitaly 2018 dall’Alleanza cooperative Agroalimentari tra le proprie associate, che detengono la leadership nelle esportazioni di vino negli USA: più della metà dei volumi di vino esportati in America è commercializzato infatti dalle cantine cooperative. Pur con tutta la cautela che deve accompagnare previsioni sulle decisioni di un presidente come Donald Trump – commenta Ruenza Santandrea, Coordinatrice Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentaririteniamo al momento alquanto remota l’ipotesi che le nuove politiche protezionistiche sbandierate dagli Stati Uniti vadano a colpire proprio i vini italiani ed europei. Di norma vengono scelte misure protezionistiche per difendere produzioni locali molto forti dalla concorrenza di merci provenienti da paesi esteri, che entrano con prezzi bassi e competitivi. Non è certo questo il caso del vino, poiché le nostre bottiglie vengono commercializzate negli USA a prezzi mediamente alti e non certo inferiori a quelli californiani. Inoltre gli americani, che com’è noto non hanno una produzione interna che garantisca loro autosufficienza, sono grandi importatori di vini italiani con una spiccata preferenza per le etichette di alta gamma. È alquanto difficile immaginare che d’un tratto smettano di aver bisogno di importare.

I problemi dell’export di vino italiano

Non vi sono solo luci, però, nel mercato americano. Qualche criticità dall’indagine interna è emersa, in primo luogo, relativamente al tasso di cambio sfavorevole, che sta generando lievi perdite di fatturato. Sul mercato americano poi pesano le conseguenze del problema, registratosi due anni fa, nell’assegnazione dei fondi europei dell’Ocm Vino per la promozione nei paesi terzi. Il blocco dei finanziamenti dei progetti presentati dalle aziende italiane, in buona parte destinati proprio ad attività di promozione negli USA, ha creato una situazione in cui le vendite dei vini italiani sono state assai penalizzate, a tutto vantaggio della Francia. Gli Stati Uniti si confermano comunque il primo mercato di sbocco in valore per l’Italia. Le esportazioni di vino italiano in America hanno infatti registrato nel 2017, secondo le ultime rilevazioni Ismea, un incremento in valore del 4,2% rispetto al 2016, raggiungendo quota 1,4 miliardi di euro.

© Riproduzione riservata