Dazi UE, c’è anche il food Made in USA

Scattano le contromisure dell'Unione Europea alle tariffe protezionistiche di Trump su acciaio e alluminio. Fra i beni interessati dall'aumento di tassazione anche succo d'arancia e whisky.

Sono scattati oggi in Italia e in tutti gli altri Paesi UE i dazi imposti da Bruxelles sulle importazioni dagli Stati Uniti. Ci sono anche molti prodotti food&beverage fra i beni interessati dalle contromisure europee, in risposta ai dazi di Trump su acciaio e alluminio.

 

WHISKY, NOCCIOLINE E NON SOLO

 

Prodotto Dazio
Mais 25%
Fagioli rossi 25%
Riso parboiled 25%
Burro di noccioline 25%
Succo d’arancia 25%
Succo di mirtillo 25%
Bourbon 25%
Whisky 25%

Mais, fagioli rossi, riso parboiled, burro di noccioline, bourbon, whisky, succo d’arancia e succo di mirtillo saranno d’ora in poi soggetti a un dazio del 25%. Un aumento di tassazione che a breve si ripercuoterà anche sui prezzi al dettaglio in Europa, perché è improbabile che le imprese americane vogliano assorbire (in tutto o in parte) i rincari. I primi effetti saranno riscontrabili a scaffale nel giro di un mese.

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IL SOGNO AMERICANO SOTTO SCACCO

Ad essere colpiti dai dazi sono anche prodotti iconici americani, come jeans, motociclette di grossa cilindrata, yacht, nonché sigari e sigarette.

Donald Trump - Presidente USA
Donald Trump – Presidente USA

Con le contromisure in vigore da oggi, l’UE dovrebbe riequilibrare immediatamente 2,8 miliardi di euro dei 6,4 miliardi di euro di export colpiti dai dazi americani su acciaio (25%) e alluminio (10%). I restanti 3,6 miliardi di euro potrebbero essere recuperati in una seconda tranche di dazi a partire da marzo 2021, a seconda di come si evolveranno le future relazioni commerciali.

 

CAMBIO DI ROTTA

Una risposta “chiara e misurata”, come preannunciato da Jean-Claude Juncker. Il Presidente della Commissione Europea si era espresso in maniera molto critica nei confronti delle misure protezionistiche di Trump, definendole “contro ogni logica e contro la storia”.

Jean-Claude Juncker - Presidente Commissione Europea
Jean-Claude Juncker – Presidente Commissione Europea

La nuova politica americana ha infatti impresso un drastico cambio di direzione alle relazioni commerciali fra gli USA e il resto della comunità economica internazionale. Prima c’è stato lo stop alle ambiziose negoziazioni transatlantiche per il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) avviate dal Presidente Obama, poi l’introduzione di misure protezionistiche in aperto contrasto con le norme del GATT (General Agreement on Tariff and Trade) che dal 1994 regolano il commercio in area WTO. Gli obiettivi più rilevanti del GATT erano:

  1. sostenibilità
  2. crescita economica dei paesi in via di sviluppo
  3. conclusione di accordi finalizzati a ridurre tariffe ed altri ostacoli agli scambi commerciali

PERCHE’ I DAZI SONO TORNATI DI MODA

Negli ultimi anni il trade deficit degli USA – ovvero lo scarto fra esportazioni e importazioni – è aumentato significativamente, arrivando a circa 50 miliardi di dollari.

Rielaborazione grafica BBC su dati del Dipartimento per il Commercio USA

Gli USA importano più di quanto esportano, dato che da alcuni economisti viene visto come un segnale positivo del progressivo rafforzamento dell’economia americana dopo la crisi. I consumatori americani hanno recuperato un potere d’acquisto tale da potersi permettere anche costosi prodotti d’oltreoceano. Sin dalla campagna elettorale, però, Donald Trump si era mostrato apertamente critico nei confronti del trade deficit e le nuove tariffe mirano proprio a contrastare questo sbilanciamento che il Presidente considera un segnale di debolezza.

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