Morici: cosa fa di un manager una brava persona

Il Ceo di Bolton Alimentari ha presentato a Parma il suo ultimo libro. Con Guido Barilla e Dario Di Vico si è parlato di etica, responsabilità d’impresa e stipendi dei manager - di Paolo Dalcò
Morici: cosa fa di un manager una brava persona

Alla presentazione del libro “Fare i manager rimanendo brave persone” martedi 5 giugno alla libreria Feltrinelli di Parma c’erano l’imprenditore Guido Barilla, l’editore Carlo Feltrinelli, il giornalista del Corriere della Sera Dario Di Vico, oltre all’autore Giuseppe Morici, oggi Ceo di Bolton Alimentari e prima manager presso Procter & Gamble e in Barilla. Ma che differenza c’è a lavorare per queste diverse realtà?

Public company e aziende familiari, quali differenze – “La differenza è sostanziale – spiega Morici –. In un’azienda quotata si deve rendere conto dei risultati a breve termine, mentre per un’azienda familiare la visione è più a lungo termine. In entrambe si crea valore, ma mentre nella prima ci si pone di continuo la domanda che cosa fare, come farlo e in quanto tempo, nelle seconde ci si chiede cosa fare e perché, sia che si tratti di un nuovo prodotto o di un investimento. Nella prima prevale il concetto di crescita, legato al fatturato e alle quote di mercato. Nella seconda il concetto di progresso, inteso come avanzamento del livello qualitativo di ciò che si fa all’interno. Un’azienda può essere più piccola di altre, ma può essere migliore. Può crescere più o meno rapidamente, ma può avere pratiche interne migliori, che si traducono in maggiore benessere per tutti, anche per i clienti”.

Profitto a tutti i costi? – L’approccio nei confronti del mercato è differente, come conferma Guido Barilla. “È il motivo per il quale abbiamo scelto di non entrare in Borsa. Oggi negli Usa il 95% delle imprese del settore alimentare sono di proprietà o partecipate da fondi di private equity che fanno prevalere obiettivi speculativi. Una mission differente rispetto a quella di un’impresa familiare che non persegue il profitto fine a stesso. Anche sulla corsa all’innovazione a tutti i costi c’è da riflettere. Se pensiamo che il 95% dei nuovi lanci ha una vita a scaffale di pochi mesi, dobbiamo rivedere anche noi industriali i processi di ricerca e di sviluppo per far sì che i nuovi prodotti soddisfino meglio le esigenze dei consumatori”.

I limiti dei diversi modelli d’impresa – Ma qual è il limite di questi due modelli d’impresa, chiede Dario Di Vico. “Probabilmente in una public company si perseguono risultati continuativi ed efficaci, mentre nelle imprese familiari si privilegiano i valori di intuizione e di vocazione” risponde Morici. Precisa Barilla: “Oggi io ho più paura dei consumatori che dei concorrenti. Sono i consumatori i nuovi protagonisti del mercato e non sempre riusciamo a conoscerli fino in fondo”.

La sfida dell’e-commerce – Dal pubblico chiedono un giudizio su Amazon.“I suoi clienti li conosce bene e sa come servirli” commenta Morici. Ribatte Barilla: “Amazon è un fiume in piena che scende con molta energia, ma quello che si porterà dietro non lo sappiamo ancora. Riesce a inserire nell’organizzazione 50mila persone ogni anno e mi chiedo come riesca a sostenere questo modello di business”.

Impresa e politica – Alla domanda di Di Vico sui rapporti fra impresa e politica precisa Barilla: “Una cosa sono le istituzioni che vanno sempre rispettate dagli imprenditori, altra cosa è fare impresa. Ma gli imprenditori non devono fare politica e nemmeno subire dei condizionamenti. Io non sono mai stato contattato e sollecitato a entrare in politica. Il mio è un mestiere diverso”.

Stipendi – E a proposito dei super stipendi dei manager scrive Morici nel suo libro: “Profumo e Marchionne, con i loro stipendi e bonus milionari, davvero rappresentano il panorama dei manager italiani? Mettiamo un momento i numeri in fila. Oggi un direttore commerciale in Italia guadagna in media 125mila euro lordi all’anno, cioè poco meno di 5mila euro al mese. Un operaio 23mila euro (cioè cinque volte meno il direttore commerciale) e un amministratore delegato quindici o sedici volte quello che guadagna un operaio. Solo Marchionne guadagna 267 volte quello che guadagna un Ad e 4.348 volte lo stipendio dell’operaio: un compenso base di 3 milioni l’anno più un bonus variabile in funzione dei risultati  di 5 milioni, a cui si aggiungono le stock option che sono arrivate a valere anche 100 milioni di euro. Alessandro Profumo come AD di Unicredit ha guadagnato nel 2010 oltre 40 milioni di euro”.

L’importanza della famiglia e dell’etica – L’autore Giuseppe Morici aveva già pubblicato per Feltrinelli un altro interessante libro “Fare marketing rimanendo brave persone. Etica e poetica del mestiere più diffuso del mondo”. Il sottotitolo invece dell’ultimo libro è questo: “Istruzioni per evitare la fine del mondo (e delle aziende)”. Ultima annotazione, all’incontro era presente la signora Marilena Barilla la vedova di Pietro, il punto di riferimento ancora oggi per l’intera dinastia Barilla. Le abbiamo chiesto un commento: “Mio figlio Guido è sempre molto preciso, sa spiegare bene i concetti. Ho quattro figli e otto nipoti”. Un’impresa familiare che ha un futuro.

Paolo Dalcò  

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