Scatta l’obbligo dell’etichetta d’origine per la pummarola

In vigore il decreto per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve, salse, concentrato e sughi composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro

Scatta l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro per smascherare l’inganno dei prodotti coltivati all’estero ed importati per essere spacciati come italiani. Come rende noto Coldiretti, è infatti scaduto il termine di 120 giorni previsto per l’entrata in vigore del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

I DETTAGLI DELLA NUOVA ETICHETTA

I prodotti Made in Italy ottenuti con pomodori coltivati e trasformati in Italia saranno riconoscibili sugli scaffali dalla dicitura “Origine del pomodoro: Italia”. Le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere d’ora in poi obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;

Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

SMALTIMENTO DELLE SCORTE

Per consentire lo smaltimento delle scorte i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perché immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.

UNA MISURA ATTESA

Si tratta di un’attesa misura di trasparenza per produttori e consumatori, dopo che nei primi cinque mesi del 2018 è arrivato dall’estero il 15% di derivati di pomodoro in più rispetto allo scorso anno (elaborazioni Coldiretti su dati Istat) che equivale a 86 milioni di chili provenienti nell’ordine da Stati Uniti, Spagna e Cina. La nuova normativa entra in vigore mentre si sta concludendo la campagna di raccolta del pomodoro in Italia che quest’anno dovrebbe assicurare un raccolto attorno a 4 milioni e 750mila tonnellate, ma con rese all’ettaro sotto le medie degli ultimi anni. Si tratta di un’attività che impegna una filiera di eccellenza del Made in Italy, che coinvolge circa 7.000 imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e 10.000 addetti, con un export di 2 miliardi di euro di derivati del pomodoro in tutto il mondo. L’Italia è il principale produttore dell’UE, dove le previsioni riportano un calo produttivo complessivo del 14%, con riduzioni superiori al 20% in Spagna e Portogallo. A livello mondiale il calo della produzione sarebbe meno sostenuto (-6,6%), nonostante la previsione di un meno 40% per la produzione cinese di pomodoro da industria, mitigata da un +14% della produzione californiana.

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