Il bio italiano all’estero, tre punti d’osservazione

Londra, Parigi e USA. A Sana 2018, assieme ai Trade Analyst di ITA (ICE), abbiamo ricostruito le dinamiche del bio made in Italy oltreconfine

Come se la passa il bio-food italiano in giro per il mondo? A Sana 2018 lo abbiamo chiesto a tre esperti di ICE-Agenzia, o Italian Trade Agency (ITA), che ci hanno descritto le dinamiche nei vari Paesi. “Nel Regno Unito il food made in Italy è sempre di modaafferma la trade analyst londinese di ICEITA Antonietta Kelly –. Il cibo biologico sta aumentando di anno in anno e oggi vale 2,2 miliardi di sterline. I principali canali di vendita? Oltre al canale tradizionale è da segnale l’ascesa dell’e-commerce, Ocado in primis con la sua offerta di oltre 3.000 referenze bio”.

IN FRANCIA VINCE IL PREMIUM

Con un fatturato 2017 di oltre 8 miliardi di euro, la Francia è il secondo mercato europeo del biologico. “I prodotti italiani bio più ricercati in Francia sono quelli legati alla trasformazione dei cereali, come la pasta o la gastronomia salata e dolce – spiega Fabrizio Celestini, trade analyst di ICE-ITA per Parigi –. Bene anche i formaggi e i prodotti lattiero-caseari premium. Il mercato francese, quello parigino in particolare, è molto ricco e c’è la tendenza a spendere di più pur di accaparrarsi un prodotto dalla qualità superiore.
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IN AMERICA SI PUÒ FARE DI PIÙ

“I prodotti italiani bio dovrebbero essere più economici per essere competitivi nel mercato statunitense. Gli americani, infatti, li considerano ancora come un lusso, uno sfizio. C’è ancora da fare per imporsi nel mainstream”. Parola di Mirella Menglide, trade analyst di ICE-ITA per gli USA, che ci ha illustrato quali sono i segmenti più in voga e le ultime tendenze del biologico a stelle e strisce.
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