Coop Lombardia, nuovo store a Busto Arsizio

Inaugurato ‘il supermercato che rispetta il passato e guarda al futuro’. Con un mix di storia e natura, il nuovo store è concepito come un modello per l’intera rete di vendita e un elemento di innovazione per il territorio

Posizionato nella zona centrale della città, il nuovo supermercato Coop Lombardia di Busto Arsizio inaugurato la scorsa settimana ha promosso una vera e propria riqualificazione dell’area. La posizione, in viale Duca d’Aosta davanti al Municipio e di fianco all’edificio dell’ex Calzaturificio Borri, riprende la presenza storica di Coop nel quartiere San Giovanni. All’inizio degli anni ’80 Coop era infatti presente con degli “spacci alimentari” in via Mameli, via XX Settembre, largo Giardino e piazza Santa Maria. Erano i negozi del Centro, che la “Coop Edificatrice di Produzione e Lavoro” ha gestito, come parte di una rete di 21 store ubicati in ogni quartiere di Busto Arsizio, per oltre 60 anni durante il ‘900.

COOP LOMBARDIA, TRA FUTURO E RECUPERO DELLA TRADIZIONE

Il nuovo supermercato di Coop Lombardia è stato progettato in modo innovativo per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, costruito e gestito nel rispetto dell’ambiente e dell’architettura della zona. L’impronta del nuovo edificio coincide con un vecchio opificio poi trasformato in autosalone, comunque dismesso da oltre 15 anni. L’adiacente comparto dell’ex Calzaturificio Borri, acquistato nel 2001 per 7 miliardi di lire dal Comune, dismesso da oltre 30 anni e lasciato in stato di abbandono, viene avviato all’iniziale recupero anche con il contributo economico di Coop Lombardia. Quest’ultima ha proceduto con la ristrutturazione del comparto mettendo in sicurezza l’edificio principale, rimuovendo con l’amianto le macerie, sistemando a verde le aree non occupate e collegandolo con la nuova rotatoria.

UN EDIFICIO GREEN

L’edificio si presenta come uno dei più avanzati e “green” dell’intera catena dei supermercati di Coop Lombardia. L’impianto fotovoltaico di 65 Kw, unito al sistema di illuminazione smart con utilizzo dei led e dei sensori per la gestione delle luci, l’allaccio al teleriscaldamento e i sistemi di recupero del calore lo rendono altamente rispettoso dell’ambiente. Un complesso sistema tecnologico che permette di rendere l’edifico quasi ad impatto zero, riutilizzando il calore prodotto dai macchinari per il raffreddamento. Come refrigerante viene utilizzato il CO2 al posto dei gas tradizionali, per avere impatto zero sulle emissioni che causano il buco dell’ozono. L’azione combinata di tutte queste soluzioni permette un minor dispendio di energia e fornisce, allo stesso tempo, una maggiore quantità di aria rigenerata per la città. In questo modo l’edifico riduce complessivamente le emissioni di CO2 di circa 78mila kg all’anno, pari al consumo di circa 60 famiglie italiane.

FERRO BATTUTO, SIMBOLO DELLE ANTICHE VILLE BUSTESI

Uno degli aspetti fondamentali dell’intero intervento è stato trovare per un edificio contemporaneo la giusta disposizione per creare un positivo rapporto con il tessuto urbano circostante. Il rapporto con la città e col verde è stato mediato attraverso un attento studio delle facciate. A tal fine, si è pensato di recuperare la memoria storica di un materiale “bustocco” per farlo divenire un elemento ancora attuale e caratterizzante, utilizzando il “ferro battuto” per le facciate ovest ed est e per tutto il basamento. Questo, per ricordare le architetture in stile liberty tipiche della città. L’architettura contemporanea ritorna così ad essere una rappresentazione del lavoro artigianale che, forgiando e saldando la facciatai, crea una vera e propria opera d’arte.

VERDE PENSILE

Un altro tema molto importante è stata la valorizzazione della presenza del verde, che caratterizza l’area come uno dei polmoni della città. Si è quindi deciso di “portare” il verde del parco del Borri sulla facciata nord per farlo correre sui tetti delle pensiline dei parcheggi e per farlo arrivare a ricongiungersi idealmente, passando per la facciata sud, al parco presente nella villa sede dell’Univa. Il verde delle facciate, con i suoi 2000 mq, non si pone solo come elemento d’arredo, ma anche come sistema per raffrescare l’edificio in maniera naturale. In sintesi, le facciate ovest ed est rappresentano la storia, mentre le facciate sud e nord, assieme alla copertura, rappresentano la natura.

© Riproduzione riservata