Etichetta a semaforo, stop dai colossi del food

Nestlè rinuncia al progetto, Coca Cola, Mondelez, Unilever e PepsiCo sospendono o rimandano la sperimentazione
Etichetta a semaforo, stop dai colossi del food

Avevano lanciato nel marzo dell’anno scorso una sperimentazione dell’etichetta a semaforo (dal rosso a verde passando per una scala di colori per giudicare i contenuti di grassi, zuccheri e sale) denominata Enl, Evolved Nutrition Label, impegnandosi a provarla sui loro prodotti in determinate regioni per verificarne l’efficacia. Si tratta dei colossi internazionali Coca Cola, Nestlè, Mondelez, Unilever, PepsiCo e Mars. Quest’ultimo si è chiamato fuori dall’iniziativa comune a marzo di quest’anno, perché riteneva che questa mancasse di credibilità e di consensi. Nei giorni scorsi, anche le altre cinque multinazionali hanno comunicato la sospensione della sperimentazione di questo tipo sui cibi.

ETICHETTA A SEMAFORO? “INSUFFICIENTE”

Tutte e cinque le compagnie riconoscono che la misurazione per porzioni fissata dall’etichetta a semaforo è insufficiente e conduce a fraintendimenti rendendo impossibile supportare un tale schema. “In questo contesto, ed in assenza di una definizione giuridica che fissi la quantità delle porzioni – si legge in una nota congiunta – queste compagnie hanno deciso di sospendere i test Enl sui loro cibi. I test sull’etichetta delle bevande proseguiranno perché queste non sono commercializzate in quantità (o porzioni) minori di 100 ml, e se anche fosse questo tipo di etichettatura non si applica a quantità minori”. Nel contempo i cinque colossi chiedono l’istituzione di un diverso ed efficace schema di etichettatura comune in tutta l’UE ed esprimono la volontà di sostenere il processo nel futuro.

INFORMAZIONI FUORVIANTI

L’etichetta nutrizionale, in particolare quella a semaforo adottata nel Regno Unito, in realtà ha sempre suscitato forti critiche soprattutto da parte di attori della sanità pubblica in quanto forniscono informazioni nutrizionali per porzione utilizzando codici cromatici ritenuti fuorvianti che giudicano, cioè, i prodotti prescindendo da indicazioni di quantità consigliate. I più critici portano ad esempio il Parmigiano Reggiano, l’olio extra-vergine di oliva e il Prosciutto di Parma, tutti marchiati con semaforo rosso.

RINUNCIA DEFINITIVA DA PARTE DI NESTLÈ

Nestlè ha ritenuto anche di diffondere un proprio comunicato in cui dice di rinunciare definitivamente al progetto: “Diverse parti interessate ed alcuni governi non sono d’accordo sull’approccio per porzioni dell’Enl. Alla luce di questo ed in assenza di quantità definite per porzione Nestlè conclude il suo coinvolgimento sia nei test Enl sia nello sviluppo complessivo dello schema. Tuttavia quanto sperimentato finora ci è stato utile per acquisire informazioni su come l’etichettatura nutrizionale dovrebbe evolversi per fornire ai consumatori le giuste informazioni. Chiediamo quindi alla Commissione Europea di continuare a livello UE la discussione affinché si giunga ad una soluzione armonizzata”.

GLI ALTRI SOSPENDONO O RIMANDANO LA SPERIMENTAZIONE

Sempre separatamente, una sospensione per l’etichetta a semaforo è stata annunciata da Unilever, che in precedenza aveva detto di voler provare l’etichetta in Spagna e in Polonia, mentre un portavoce di Mondelez riferisce che l’impresa non ha ancora iniziato il lancio dell’Enl, ma che pianifica di farlo nel futuro. Coca Cola, ritenendo fermamente che fornire alle persone le informazioni chiare e significative di cui hanno bisogno “possa consentire scelte alimentari più informate e più sane” si impegna a condividere pubblicamente le sue conoscenze “per sostenere la guida dell’UE nel processo in corso. Andando avanti valuteremo i prossimi passi, e dove svolgere i test a seconda del contesto locale, e seguendo l’impegno costante con i nostri stakeholder locali”.

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