Sugar tax? Non sullo zucchero italiano

Il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio ha escluso questa possibilità in occasione del Consiglio europeo dei ministri dell'Agricoltura e della Pesca

Il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, ha partecipato nei giorni scorsi a Bruxelles al Consiglio europeo dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca. Particolare attenzione alla crisi che sta colpendo il comparto saccarifero. “La nostra priorità – ha affermato Centinaioè tutelare i nostri produttori. Non possiamo permetterci ulteriori perdite, sia in termini di abbandono delle coltivazioni sia di chiusura degli zuccherifici, con gravi conseguenze occupazionali nei territori rurali. Per questo ringrazio il commissario per la costituzione di un ‘gruppo di alto livello’. Chiedo però che questo gruppo sia incaricato di discutere non solo delle problematiche ma anche delle possibili soluzioni, compresa l’attivazione di misure finalizzate alla salvaguardia e al miglioramento dell’intero settore. Servono risposte concrete e in tempi brevi”. Affermazioni che sembrano escludere la possibilità di applicare sugar tax, quanto meno sullo zucchero prodotto in Italia.

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PROPOSTA ‘DI GOVERNO’ SULLA SUGAR TAX

La questione sugar tax, versione italiana, è nata alcuni giorni fa, quando il Movimento 5 Stelle ha presentato in Commissione Affari Sociali della Camera una proposta di legge per “impegnare il governo a combattere l’obesità infantile con delle misure” specifiche. Secondo uno studio promosso dal Ministero della Salute, in Italia i bambini obesi e in sovrappeso sono diminuiti del 13% in 10 anni, ma il risultato come sottolinea il testo della proposta “non fa avanzare l’Italia nella classifica dei peggiori Paesi europei per obesità infantile“. Per questo motivo, uno dei due partiti al governo ha ritenuto giusto presentare una serie di misure che potrebbero essere adottate contro la cattiva alimentazione: tra queste ci sarebbe anche la possibile introduzione della sugar tax.

COME FUNZIONA LA TASSA

La sugar tax è una tassa sulle bevande zuccherate, già presente in alcuni Paesi del mondo. Il primo a proporla è stata la Danimarca, subito dopo è arrivata la Francia, che, sotto il governo Sarkozy nel 2012, ha stabilito una tassazione di 2,5 centesimi di euro per lattina di drink contenente zucchero e dolcificanti. Così ha fatto pochi mesi fa anche il Regno Unito, dove le bibite con più di 5 grammi di zucchero ogni 100 millilitri hanno subito un rincaro di 18 pence al litro. Se poi contengono 8 grammi ogni 100 millilitri, il rincaro sale a 24 pence al litro. In questo caso però, l’obiettivo non è tanto quello di ridurne il consumo, quanto di spingere le aziende produttrici a diminuire il quantitativo di zucchero utilizzato. Infine, negli Stati Uniti è in corso una campagna contro le bevande zuccherate che aveva visto schierata anche Michelle Obama.

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LE PROSPETTIVE IN ITALIA

Non è certo che la sugar tax possa effettivamente approdare in Italia. Stando alle parole del ministro Centinaio, difficilmente potrebbe riguardare lo zucchero italiano. La proposta è in fase di studio e dovrà essere sottoposta a valutazione. In ogni caso, non compare nel testo finale della risoluzione, all’interno del quale compaiono altre misure per arginare l’uso eccessivo di zuccheri. Tra queste, la proposta di agire in modo che i luoghi di ritrovo dei bambini (a partire dalle scuole) siano privi da ogni forma diretta o indiretta di commercializzazione di alimenti ricchi di grassi saturi, zuccheri e sali. Una delle proposte prevede anche l’inserimento di etichette o scritte che indichino il rischio di obesità nelle confezioni dei prodotti per un target giovane e delle bevande zuccherate. Infine, è stato proposto di evitare l’utilizzo dei personaggi dei cartoni animati per promuovere cibo poco sano.

COPROB E LE BEVANDE ZUCCHERATE

La Cooperativa Italiana Produttiri Bieticoli (COPROB), in una nota ufficiale si dice intanto “fortemente contraria a qualsiasi iniziativa che porterebbe ad una tassazione penalizzante per le bevande che contengono zucchero e che avrebbe un impatto devastante anche sull’intera filiera bieticolo-saccarifera italiana che già sta attraversando una crisi senza precedenti. In Italia sono 7.000 le aziende agricole che conferiscono barbabietole agli zuccherifici, garantendo una corretta rotazione agronomica e contribuendo alla sostenibilità dei territori. COPROB chiede al governo di rivedere questa misura. Nel contesto di un mercato saccarifero in drastico calo, appare quanto mai opportuno premiare le aziende italiane che utilizzano zucchero 100% italiano e favorire contratti di filiera basati su una maggiore equità e sostenibilità sociale che permetterebbero di mantenere una riserva strategica di zucchero”.

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