Campagna disastrosa per l’olio. Assitol: “Serve collaborazione di filiera”

Alla luce dei dati sulla campagna olivicola 2018, Anna Cane di Assitol si sofferma sull'importanza di fare sistema per la filiera dell'olio d'oliva

La campagna olivicola 2018 è ben al di sotto delle previsioni, quasi ai minimi storici: “Se il 2014 è stato definito ‘annus horribilis’ per la produzione dell’olio d’oliva italiano, il 2018 rischia di essere considerato ‘terribilis’ per l’intero settore. Ad affermarlo è Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol, sulla base delle prime stime sulla campagna, peraltro ormai in fase avanzata. Secondo l’associazione, infatti, la produzione nazionale non supererà le 200mila tonnellate, comprensive non soltanto dell’extra vergine, ma anche degli altri oli della stessa famiglia, come il vergine di oliva e il lampante. “Siamo ben al di sotto delle previsioni  – continua Anna Cane –, la nostra olivicoltura, vittima del clima anomalo e di Xylella, ma anche della ormai cronica mancanza di investimenti e di innovazione, non è in grado di rispondere alle richieste degli italiani”.

LE AZIENDE CORRONO AI RIPARI

Cambia il tempo, ma non il nostro fabbisogno interno, che nel 2018 si è attestato sulle 500mila ton. (10,5 Kg il consumo italiano medio pro-capite). Come rimediare? I grandi marchi italiani hanno in parte impiegato le scorte, in parte hanno ricercato e selezionato oli in tutto il Mediterraneo. Una capacità consolidata dell’industria olearia, quella di creare ‘blend’, in grado di catturare il gusto di italiani e stranieri. Spagna a parte, che secondo le previsioni potrà contare su 1.600.0000 ton., le conseguenze del clima hanno influenzato gli altri principali produttori mediterranei: 110mila per il Portogallo, 190mila in Grecia, 120mila per la Tunisia.

ASSITOL CHIEDE UNIONE

“In questo scenario – conclude Anna Cane – crediamo che la strada della collaborazione tra tutti gli attori della filiera per il rilancio ed il rinnovamento del settore sia quella giusta. La nostra presenza all’interno della FOOI, l’Interprofessione dell’olio d’oliva, vuole stimolare la costruzione di un percorso comune, capace di fare sistema e ridare valore al prodotto-olio”. A salvare l’industria è ancora l’export, che secondo il monitoraggio Assitol, nei primi otto mesi dell’anno, è aumentato dell’1,9 per cento. In particolare l’olio d’oliva ha registrato una buona performance verso i Paesi Ue, con 76mila tonnellate (+3,4%). Nonostante l’aria di Brexit, le vendite in Gran Bretagna sono cresciute dell’8,1 per cento. In leggera flessione, invece, le esportazioni verso i Paesi Terzi (-0,5%).

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