Walmart e Target, con il covid esplode l’e-commerce

Tassi di crescita impressionanti per le vendite online delle due grandi catene americane, che hanno saputo sfruttare al meglio la loro rete fisica al servizio del digitale
Walmart e Target, con il covid esplode l’e-commerce

Si potrebbe dire, con una buona dose di ironia, che c’è voluta una storica pandemia per far decollare finalmente l’e-commerce di Walmart dopo anni di poderosi investimenti per cercare di arginare lo strapotere di Amazon anche in campo alimentare. E in effetti, complici le precauzioni prese anche Oltreoceano per arginare l’epidemia di Covid 19, il più grande retailer al mondo ha riportato un incremento delle sue vendite online di ben il 74% nel primo trimestre dell’esercizio 2020/21. Un risultato decisamente corposo, che è stato seguito anche da Target, altra major tra le catene della grande distribuzione americana che ha visto crescere le sue vendite digital addirittura del 144% su base comparabile, con cinque milioni di nuovi utenti internet. Un incremento a tre cifre che spiega tutta la crescita del gruppo nel primo trimestre, perché le vendite ‘like for like’ degli store fisici sono cresciute solo dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e la crescita dell’10,8% delle vendite totali – sempre like for like – è quindi quasi interamente dovuta all’e-commerce (+11,3% a 19,22 miliardi di dollari le vendite complessive).

RetailerRicavi I trimestre (mld $)Crescita %Crescita ricavi e-commerce (mld $)
WALMART134,68,674
AMAZON75,4268*
TARGET19,211,3144
*ricavi canale fisico

GLI STORE DIVENTANO “DUAL USE”

L’online di Walmart ha pesato invece per poco meno della metà sulla crescita totale delle vendite, salite dell’8,6% (+10% le vendite su base comparabile) a 134,6 miliardi di dollari, ovvero 122 miliardi di euro circa. Dieci miliardi in più di fatturato che sono arrivati quasi esclusivamente dalle attività americane, perché quelle internazionali hanno contribuito “solo” per un miliardo di dollari. Trai vari Paesi di presenza, le vendite in Gran Bretagna di Walmart sono salite del 2,7% o del 3,5% su base comparabile.

Walmart ha anche fornito qualche indicazione sul comportamento dei propri clienti. Durante il trimestre le visite negli store si sono ridotte del 5,6% mentre gli scontrini sono saliti di ben il 16,5 per cento. Anche per l’insegna concorrente Target il trend è stato simile, con lo scontrino medio che è salito del 12,5 per cento.

Tutte e due le insegne hanno dichiarato che la crescita delle vendite e-commerce è stata intensa sia in modalità delivery che in quella di store collect, e nessuno dei due gruppi ha indicato se ci sono state preferenze particolari per una delle due modalità.

Target ha puntualizzato che le vendite e-commerce sono state il 15% circa del totale. Nello stesso trimestre del 2019 erano ammontate al 7%. e in questi due numeri si trova il cambio di passo dell’e-commerce anche in un retailer molto tradizionale. L’80% delle sue vendite online è stato servito da uno dei suoi 1800 punti di vendita disseminati sul territorio americano, già trasformati in hub anche per i servizi digitali. Walmart ha destinato all’e-commerce 2500 dei suoi punti di vendita su 3300 totali.

LAVORARE CON IL COVID COSTA

L’imponente crescita dei ricavi non si è riversata, però, in una crescita dei margini reddituali che fosse proporzionale. Walmart ha riportato un risultato operativo (ebit) in crescita del 5,6% a 5,2 miliardi di dollari (4,7 miliardi di euro) mentre per Target lo ha visto dimezzarsi rispetto al 2019 a quota 468 milioni di euro. Questo perché la società ha speso circa 500 milioni di dollari in più per costi di vario genere relativi all’epidemia, compreso un aumento della paga oraria di due dollari per i dipendenti. Stesso aumento riconosciuto da Walmart che ha avuto maggiori costi per 900 milioni di dollari relativi al virus.

I NUMERI DI AMAZON

Non è semplice comparare i risultati di Walmart e Target con quelli di Amazon. La crescita delle vendite del gigante di Seattle è stata del 26% a 75,4 miliardi di dollari (69 miliardi di euro circa), incremento che diventa del 29% se si guarda al solo Nord America. In questi numeri sono comprese tutte le categorie merceologiche ovviamente, ma se ci si ferma ai solo store fisici, che per il gruppo di Jeff Bezos significano di fatto la catena Whole Foods, la crescita scende al quasi l’8 per cento a 4,64 miliardi di dollari. Anche per Amazon l’ebit non è stato brillante ed è sceso del 10% a quattro miliardi di dollari.

Il Covid ha quindi messo in evidenza i servizi ecommerce delle catene tradizionali più orientate al food che hanno potuto servire la propria clientela con efficienza grazie al grande network di presenza fisica usato anche per i servizi online. Una strategia sulla quale dovrebbero riflettere anche le società italiane sempre riluttanti a riorganizzarsi in questo senso. La borsa ha premiato, però, decisamente Amazon rispetto alla due catene tradizionali, nonostante gli ottimi risultati anche sul lato e-commerce.

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