Embargo russo e dazi Usa: un paradosso per l’agrifood italiano

Alla vigilia dell’anniversario dell’entrata in vigore dell’embargo russo, Coldiretti fa sentire la propria voce
Embargo russo e dazi Usa: un paradosso per l’agrifood italiano

Ammontano a ben 1,2 miliardi di euro le mancate esportazioni di cibo italiano verso la Russia a causa delle sanzioni decise dall’Unione Europea in seguito alla guerra in Ucraina e della conseguente ritorsione imposta dalla Russia sotto forma di embargo su una serie di prodotti agroalimentari.

Il divieto all’ingresso riguarda frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia e Australia. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti divulgata alla vigilia dell’anniversario dell’embargo (decreto n. 778 del 7 agosto 2014).

L’EMBARGO PESA SULL’AGROALIMENTARE ITALIANO

Si tratta di un costo sempre più insostenibile per l’Italia e per le nostre esportazioni in un momento già drammatico a causa dell’emergenza coronavirus ma anche delle guerre commerciali, tra i nuovi dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e le tensioni legate alla Brexit” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Secondo il quale “occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti e difendere un settore strategico per il Paese e l’Ue danneggiato da dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo”.

In occasione della firma dell’accordo sull’Italian Sounding durante l’ultima edizione di Anuga, proprio la fine dell’embargo Russo era stata indicata come una delle misure per rilanciare il nostro comparto agroalimentare.

DAZI DI GUERRA

Il primo settore italiano si trova inoltre a dover fare i conti con le speculazioni dovute al Covid oltre che con la spada di damocle dei dazi Usa. Lo scorso 26 luglio si è conclusa infatti la procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio (USTR) degli Usa sulla nuova lista allargata sui prodotti Ue da colpire. Un contenzioso che per l’Italia riguarda i due terzi delle spedizioni agroalimentari totali con gli Usa che – precisa la Coldiretti – minacciano di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy, dopo l’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 delle tariffe aggiuntive del 25% che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.

IL PARADOSSO

E’ paradossale – evidenzia Coldiretti – che dopo aver appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia ora pl’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa.

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