La transizione alimentare per tutti: le buone pratiche di Carrefour Italia

Una tavola rotonda tematica ha chiamato a raccolta gli attori dello scenario alimentare per promuovere una transizione alimentare, attraverso l’adozione di buone pratiche di produzione, lavorazione, distribuzione e consumo responsabili
La transizione alimentare per tutti: le buone pratiche di Carrefour Italia

La transizione alimentare ruota attorno all’idea di dare un nuovo valore al cibo e alla sua filiera, senza lasciare indietro nessuno. Gli attori dell’industria alimentare e le istituzioni sono chiamati a impegnarsi fin da subito per un futuro a minore impatto ambietale perché non c’è più tempo: gli effetti negativi del cambiamento climatico, sempre più pressante, e la fragilità del sistema, svelata dalla pandemia da Covid-19, ne sono una dimostrazione.

È stato questo il focus della tavola rotonda virtuale “La Transizione Alimentare per Tutti: un obiettivo comune”, organizzata da Carrefour Italia. Un momento di confronto con stakeholder istituzionali, nazionali e internazionali, per discutere sia delle strategie e delle iniziative che favoriscono la salvaguardia del pianeta, sia dell’importante ruolo che ciascun attore della filiera può avere per il raggiungimento di questo obiettivo. Un evento che si inserisce nel programma di “All4Climate – Italy 2021” promosso dal Ministero della Transizione Ecologica e da “Connect4climate” della World Bank, in vista dei lavori dei preparatori della COP26 e per promuovere il 2021 come l’anno della transizione climatica.

FARE PRESTO

“Dobbiamo agire rapidamente – ha detto Zitouni Ould-DadaDeputy Director Office of Climate Change, Biodiversity and Environment –perché il cambiamento climatico ha un aspetto enorme su qualsiasi aspetto delle nostre vite. Sfortunatamente l’agricoltura è responsabile di un terzo dei gas serra prodotti, quindi va trasformato il sistema agroalimentare e reso a basso impatto ambientale”. In termini pratici, occorre modificare le modalità produttive, di lavorazione e di consumo del cibo perché se ancora circa 700 milioni di persone soffrono la fame quotidianamente, di contro 2 miliardi di persone mangiano troppo, sono sovrappeso oppure obese. “Questa trasformazione – ha aggiunto – richiede collaborazione e innovazione tra tutti gli attori, incluso il settore privato, nello sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche e sostenibili, come ad esempio l’adozione di soluzioni digitali in agricoltura. Dobbiamo sfruttare il potere della tecnologia e dei giovani come promotori del cambiamento per affrontare il cambiamento climatico e sconfiggere la fame”.

LE INIZIATIVE DI CARREFOUR ITALIA

È ai nastri di partenza la nuova edizione italiana delle due Settimane della Transizione Alimentare, in programma dal 17 al 30 giugno 2021, che prevedono il coinvolgimento di prodotti di fornitori italiani, scelti per le loro caratteristiche di sostenibilità ambientale e sociale.La transizione alimentare rappresenta una scelta inevitabile per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, per tutelare il nostro pianeta e per favorire un consumo più responsabile – ha commentato Christophe Rabatel, CEO di Carrefour Italia. Noi abbiamo iniziato nel 1992 questo viaggio, quindi fa parte del Dna di Carrefour e siamo consapevoli che la Gdo rappresenta un touchpoint fondamentale per milioni di consumatori che vogliono avere un modello sostenibile da poter seguire. Entro il 2022 il gruppo ha l’obiettivo di triplicare le vendite dei prodotti freschi, raggiungere 5 miliardi di prodotti bio: abbiamo iniziato questo viaggio nel 2019 e arrivare a un terzo dei ricavi legati alla vendita di prodotti cresciuti localmente.

IL RUOLO DELL’ITALIA

Si vince insieme. Per la transizione agroalimentare in ottica green c’è bisogno dell’impegno privato e pubblico. È necessario un cambiamento organizzavo e culturale: l’agricoltura di precisione deve essere supportata, ad esempio, da infrastrutture di rete adeguate; investire in sostenibilità deve essere vista come un’opportunità per rafforzare il business aziendale, non come un ulteriore carico burocratico. Mettendo a fattor comune gli sforzi e grazie alla cooperazione tra imprese agroalimentari, istituzioni, cittadini e mondo della ricerca il nostro sistema agrifood – ha commentato Angelo Riccaboni, Coordinatore del Gruppo di lavoro sul Goal 2 (Zero Fame) di AsviS può rappresentare un modello di riferimento per far fronte alle sfide ambientali, sociali ed economiche che riguardano l’Italia e il resto del mondo”.

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