Contro la Xylella arrivano le unità cinofile

Nasce una nuova collaborazione fra Ente nazionale della cinofilia italiana (Enci), Unaprol, Coldiretti e Cnr-Ipsp per effettuare la diagnosi precoce del batterio
Contro la Xylella arrivano le unità cinofile

Identificare precocemente gli ulivi infetti da Xylella fastidiosa, il patogeno che sta divorando l’olivicoltura pugliese e minacciando l’intero bacino del Mediterraneo, è una delle condizioni essenziali sia per prevenire l’arrivo del batterio in territori indenni sia per contrastarne efficacemente l’avanzata laddove è già presente. Ma i metodi diagnostici attualmente disponibili richiedono un dispendio di risorse umane e finanziare difficilmente sostenibili nel medio-lungo termine.

Per questo, dalla collaborazione fra Ente nazionale della cinofilia italiana (Enci), Unaprol, Coldiretti e Cnr-Ipsp (Istituto per la protezione sostenibile delle piante) è nato un progetto che si propone di mettere a punto un rapidissimo ed efficace metodo di diagnosi precoce del batterio. La prima “task force cinofila anti Xylella” con cani specializzati nell’individuazione precoce del batterio attraverso l’olfatto è stata presentata per la prima volta a livello nazionale nella masseria San Martino a Fasano (Brindisi). Qui si sono messi all’opera con successo i primi cani addestrati per individuare l’insidiosa malattia degli ulivi.

Addestramento ed impiego di unità cinofile nel rilevamento precoce della Xylella fastidiosa”; è questo il nome del progetto di ricerca. La fase iniziale di addestramento è stata effettuata nel Salento, testando la capacità delle unità cinofile di riconoscere Xylella sia in piastre artificiali di coltura sia in piante di ulivo infette. I protocolli di addestramento selettivo hanno dimostrato che gli XDD – Xylella Detection Dogs – sono in grado di identificare il patogeno individuando “l’odore specifico” rispetto all’insieme degli odori emessi dai campioni utilizzati.

Ora la sperimentazione prosegue su due direttrici parallele. La prima riguarda il passaggio dalle prove sperimentali e dalle esercitazioni svolte in condizioni controllate a quelle effettuate in ambiente reale, dove le capacità dei cani saranno affinate nel medesimo contesto operativo in cui le unità XDD saranno chiamate ad intervenire. La seconda riguarda l’identificazione e la caratterizzazione dei componenti volatili organici rilevati dall’olfatto dei cani. Una volta terminato il percorso di addestramento, i cani, in grado di identificare piante infette da Xylella ancora prima della comparsa di sintomi riconoscibili, potranno essere di enorme utilità nei controlli all’interno dei vivai e dei punti di entrata delle importazioni di piante dall’estero.

© Riproduzione riservata