I social contro lo spot del Parmigiano Reggiano. La replica del Consorzio

Un’iperbole cinematografica ha scatenato il risentimento di molti utenti che l’hanno interpretata come “esaltazione del lavoratore sfruttato”
I social contro lo spot del Parmigiano Reggiano. La replica del Consorzio

Sotto accusa lo spot del Parmigiano Reggiano, tratto dal mediometraggio Gli Amigos diretto dal regista Paolo Genovese e interpretato da Stefano Fresi, che con cinque ragazzi ripercorre territori e processi produttivi legati a una delle eccellenze del made in Italy. La scena incriminata si svolge all’interno del caseificio dove i protagonisti incontrano Renatino, che “da quando aveva 18 anni, tutte le mattine, 365 giorni all’anno” si occupa del latte che dà vita al formaggio. Non solo, uno dei ragazzi gli chiede: “Hai mai visto il mare? Parigi? Sciare?” con risposta “No”, e poi “Ma sei felice?” con un convinto “Sì”. La pubblicità si conclude con i complimenti degli ammirati visitatori: “Renatino sei un grande”.

“LA PRODUZIONE AGRICOLA NON SI FERMA MAI”

Un’evidente iperbole cinematografica che sui social ha scatenato il risentimento di molti utenti che hanno dato l’interpretazione peggiore, ovvero “un’esaltazione del lavoratore sfruttato”.

“La produzione agricola non si ferma mai – risponde a Food Carlo Mangini, Direttore Marketing del Consorzio del Parmigiano Reggiano –. Il ciclo naturale della produzione del latte, del formaggio non ha un calendario. L’anno scorso, in piena pandemia, lanciammo una campagna in cui il nostro presidente, in prima persona, rassicurava tutti i consumatori che non si sarebbe interrotta neanche in quei difficilissimi momenti la produzione, e non dovevano fare scorte perché ogni giorno si sarebbe continuato a produrre. L’idea è la stessa. In una narrazione cinematografica alcune iperboli portano a quelle licenze che, obiettivamente, pensavamo fossero comprese. L’obiettivo che ci siamo posti, con questa produzione, è poter raccontare i tantissimi valori unici e distintivi della nostra filiera, della nostra comunità con una contaminazione raccolta dalla sceneggiatura cinematografica, che trovasse nel territorio e nel nostro comprensorio, la sua scenografia. Solo un film riesce a cogliere questi contenuti”.

I sei spot che sono stati estratti dalle sei puntate della serie hanno dovuto ricevere alcuni adattamenti per riuscire a trasferire nei 30 secondi gli obiettivi della comunicazione destinata alla tabellare televisiva. “Il quarto, che non è ancora passato in tv, ma lanciato in teaser nel digital, ha suscitato le reazioni che, obiettivamente, non pensavamo avrebbero assunto queste dimensioni. La rete, e in essa le piattaforme social, offrono oggi un canale di comunicazione che riteniamo strategico. Noi siamo per la verità, la raccontiamo e cerchiamo di rappresentarla anche per le prospettive a cui tendiamo, come gli impegni assunti nel nostro Brand Manifesto. Abbiamo, e sentiamo, una grande responsabilità, e quando ci accorgiamo di essere poco compresi dobbiamo spiegarci meglio. Con umiltà e con il desiderio di migliorarci. Questo meritano le 50mila persone che lavorano ogni giorno per produrre il nostro Parmigiano Reggiano”. Insomma polemiche che lasciano il tempo che trovano.

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