Cancer Plan, il Parlamento Europeo “salva” il vino

Il sollievo di Federvini: “Ha vinto il buon senso. Giusto distinguere tra consumo moderato e abuso di alcol”
Cancer Plan, il Parlamento Europeo “salva” il vino

Il vino italiano ed europeo sono salvi. Il Parlamento Europeo, nella plenaria di Strasburgo, ha detto sì agli emendamenti presentati dagli italiani Paolo De Castro e Herbert Dorfmann alla relazione Beca sul Beating Cancer Plan Ue. Viene quindi ripristinata la distinzione tra uso e abuso, togliendo dalla relazione il concetto di “no safe level” nel consumo di vino e alcolici, e arginando la raccomandazione prevista di “health warnings” in etichetta, dove invece potrebbero essere inseriti messaggi sul consumo responsabile.

Hanno vinto la ragionevolezza e il buon senso. Siamo lieti che il Parlamento Ue abbia accolto le istanze che volevamo ribadire, introducendo dei miglioramenti tesi a costruire un testo più equilibrato, che faccia la dovuta distinzione fra consumo e abuso di bevande alcoliche” dichiara Micaela Pallini, Presidente Federvini. Senza il ruolo dei parlamentari italiani che si sono spesi nei giorni scorsi affinché prevalesse l’equilibrio, promuovendo gli emendamenti e sostenendoli con un voto a maggioranza, non ci sarebbe stato questo risultato”.

Dal voto parlamentare emerge il ruolo della componente italiana (la stragrande maggioranza dei 70 rappresentanti italiani ha votato a favore), determinante per far passare le modifiche. Queste hanno infatti superato la maggioranza dei componenti dell’Assemblea incassando tra i 350 e il 392 voti a seconda dell’emendamento presentato.

LE MODIFICHE

Gli emendamenti accolti, che riguardavano i paragrafi della relazione dedicati alle bevande alcoliche, sono i seguenti:

  • una distinzione tra consumo moderato e abuso di alcol, attenuando molto l’affermazione secondo la quale non esiste in livello sicuro associato alle bevande alcoliche;
  • l’introduzione di un chiaro riferimento al “consumo dannoso” di alcol come obiettivo della strategia di contrasto al cancro;
  • l’opportunità di messaggi in etichetta legati al consumo responsabile, in alternativa a messaggi allarmistici sul rischio per la salute;
  • viene mantenuto il divieto di sponsorizzazione, ma limita tale restrizione agli eventi sportivi destinati ai minori.

Ora non bisogna abbassare la guardia – prosegue Pallini – e per questo ribadiamo con la massima urgenza la necessità di istituire un tavolo permanente di confronto sulla situazione internazionale, che coinvolga i Ministeri delle Politiche agricole, degli Affari Esteri e della Salute, pronti per seguire con attenzione le proposte legislative che già nei prossimi mesi arriveranno dalla Commissione europea”.

MISURE DISCRIMINATORIE: I RISCHI PER IL FUTURO

Non si tratta solo di proteggere un comparto che rappresenta il pilastro del made in Italy agroalimentare – dichiara Vittorio Cino, Direttore generale Federvinima di contrastare una deriva culturale che rischia di danneggiare un modello culturale e uno stile di vita fatto di socialità, convivialità, tradizione, storia, e improntato a quel modello di dieta mediterranea che il mondo ci invidia e che la scienza richiama sempre come ideale da percorrere per una sana alimentazione. Puntiamo su educazione e responsabilità. Colpiamo duramente ogni forma di abuso, ma evitiamo penalizzazioni e discriminazioni che invece colpiscono tutti indistintamente”.

La previsione di misure discriminatorie, in effetti, emerge dall’agenda dei prossimi mesi. Seguendo il programma di lavoro indicato dalla Commissione europea, l’esecutivo comunitario intende infatti presentare una revisione della legislazione sulla fiscalità dell’alcol, con il rischio di vedere esteso a tutta l’Unione quanto già introdotto in paesi quali l’Irlanda e prima ancora in Scozia, in materia di prezzo minimo. Una misura che, da gennaio, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi delle bevande alcoliche, vini inclusi. È in atto anche la revisione della politica di promozione orizzontale con il rischio di vedere vini, liquori e distillati di qualità esclusi, anche solo di fatto, dai fondi europei di sostegno alla competitività internazionale dei comparti nazionali.

Ma quello che più preoccupa il comparto sono le due proposte legislative previste, rispettivamente, entro la fine di quest’anno ed entro la fine del 2023 sull’indicazione obbligatoria degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale. Infatti, mentre con la relazione votata ieri sera il Parlamento europeo ha dato un chiaro segnale in questo senso, schierandosi a favore di messaggi sul consumo responsabile anziché health warnings, il piano di azione della Commissione europea contiene ancora un pericoloso riferimento a messaggi allarmistici.

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