Ancit, l’impatto negativo della guerra sulle conserve ittiche

Il Presidente dell’Associazione, pur riconoscendo una bassa influenza di Russia e Ucraina sull’export di tonno, acciughe & co., si mostra preoccupato per il futuro

La guerra tra Russia e Ucraina, che in questi giorni ha riportato scenari bellici in Europa, sta creando non poche difficoltà anche al mondo food&beverage italiano. Simone Legnani, Presidente Ancit-Associazione Nazionale Conservieri Ittici ha fatto il punto sulle conseguenze del conflitto per il comparto delle conserve ittiche made in Italy: “Oltre ai drammatici aspetti umanitari che la crisi tra Russia e Ucraina ci propone giornalmente e che sono preponderanti su qualsiasi tipo di altre problematiche, non possiamo che prendere atto di un ulteriore impatto negativo sui costi non solo energetici, ma anche di alcune materie prime come l’alluminio e gli oli vegetali di cui questi due Paesi sono tra i primi produttori mondiali”.

SERVE SUPPORTO ALLE AZIENDE

Le aziende di conserve ittiche solo da pochi anni avevano iniziato a esportare in Russia e Ucraina, con buone prospettive su questi mercati. “Il danno, quindi – precisa Legnani – è contenuto se si guarda all’interno settore, ma qualche singola azienda potrebbe risentirne in modo più significativo”.

Quello che preoccupa è l’incertezza legata al futuro. “È difficile fare previsioni oggi – conclude Legnani –; siamo di fronte a un susseguirsi di avvenimenti e scenari certamente preoccupanti, di cui è impossibile anche solo ipotizzare durata e dimensione. Il nostro settore, da sempre, è un punto fermo nelle situazioni di crisi, ma ciò non toglie che necessita di supporto sia istituzionale che degli altri attori della filiera”.

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