IBC: a rischio la tenuta delle 33.000 industrie che producono beni di consumo

La tempesta perfetta dovuta a scarsità di materie prime, inflazione e difficoltà logistiche. L’allarme lanciato a Milano dall’Associazione Industrie Beni di Consumo
IBC: a rischio la tenuta delle 33.000 industrie che producono beni di consumo

Rincari e penuria di materie prime, impennata dei prezzi dell’energia, criticità nella movimentazione delle merci su scala globale mettono a rischio la tenuta delle 33.000 imprese che in Italia producono beni alimentari e non food. A lanciare l’allarme è stata IBC, Associazione Industrie Beni di Consumo, nel corso del convegno “Energie e sinergie per la filiera”, svoltosi ieri a Milano.

Se aggiungiamo la crescita delle ‘spese obbligate’ delle famiglie, che penalizza il potere d’acquisto con conseguenze negative sulla domanda, potremmo andare verso una grave crisi economica e sociale” – ha sottolineato il Presidente IBC, Alessandro d’Este, Presidente e Ad di Ferrero Commerciale Italia. “In gioco non c’è solo la competitività dell’industria: tutte le realtà presenti a monte e a valle delle filiere del consumo sono in sofferenza. Le piccole e medie imprese rappresentano l’ossatura della struttura industriale del Paese, assicurando occupazione e redistribuzione della ricchezza. La loro situazione di difficoltà dovrebbe rappresentare un campanello di allarme per l’intera collettività”.

Da qui l’esigenza di interventi di breve e di medio termine. L’ambito su cui IBC focalizzerà l’attenzione è l’efficienza/efficacia operativa del rapporto con la moderna distribuzione. “Insieme possiamo individuare importanti aree su cui agire, generando riduzioni di costo utili per sostenere i conti di un settore strategico dell’economia italiana” – ha sostenuto d’Este. A questa priorità il presidente di IBC ha aggiunto l’esigenza di confrontarsi con il governo per “evidenziare la posta in gioco e individuare azioni di sostegno efficaci e concretizzabili in tempi ragionevoli”. Tra le proposte, sostenute insieme alla moderna distribuzione, il ripensamento delle aliquote Iva sui prodotti di largo consumo, il calmieramento del costo dell’energia e la stabilizzazione dei prezzi dei carburanti per l’autotrasporto. “È indispensabile – ha concluso d’Esteavviare al più presto un ampio confronto, analizzare le dinamiche in cui operiamo e individuare le soluzioni migliori per affrontare una gravissima emergenza, che può pregiudicare il futuro di componenti fondamentali dell’economia italiana e la competitività del nostro Paese”.

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