Pomodoro, nessun accordo sul prezzo con il bacino Centro-Sud

Gli agricoltori chiedono maggiori incrementi rispetto a quelli proposti dall’industria. Con la campagna di raccolta del pomodoro alle porte, urge trovare un accordo
Pomodoro, nessun accordo sul prezzo con il bacino Centro-Sud

Si è concluso con un nulla di fatto l’ulteriore tentativo di trovare un accordo sul prezzo del pomodoro tra parte industriale e parte agricola nel bacino Centro-Sud.

Gli agricoltori hanno rifiutato una proposta che prevedeva, da un lato, un incremento di prezzo superiore a quello riconosciuto al bacino Nord qualche settimana fa (nonostante il meridione possa contare su una migliore situazione idrica rispetto al settentrione, dove si registra un importante problema di siccità), dall’altro un ulteriore incremento per le consegne di pomodoro effettuate a partire da metà settembre per venire incontro alle difficoltà dei produttori agricoli e al maggior rischio nei trapianti tardivi.

PREZZO: LA POSIZIONE DI ANICAV

Dopo la ‘fumata nera’ il Presidente di Anicav Marco Serafini ha espresso il suo punto di vista e il dispiacere per il mancato accordo: “La nostra proposta tiene conto delle difficoltà del mondo agricolo, ma abbiamo dovuto prendere atto, con grande rammarico, di una incomprensibile rigidità della nostra controparte nonostante il prezzo continuerebbe a essere quello più alto pagato al mondo. Si rende necessario implementare, in tempi brevi, un’attenta analisi dei costi di produzione agricola nei due bacini produttivi al fine di evitare qualsiasi tipo di speculazione. Ci auguriamo che la parte agricola riveda la propria posizione onde consentire una immediata ripresa del dialogo nell’interesse dell’intera filiera”.

Anche per Giovanni De Angelis (nella foto), Direttore generale Anicav, le richieste degli agricoltori appaiono eccessive rispetto ai rincari che stanno affrontando: “Le richieste della parte agricola non trovano alcuna giustificazione nei reali incrementi dei costi di produzione. Non si comprende come sia possibile che i produttori al nord riescano a far fonte ai rincari con gli aumenti riconosciuti e, allo stesso tempo, trovare un tale ostruzionismo al Sud considerando che i rincari sui costi sono esattamente gli stessi”.

© Riproduzione riservata