Amazon verso un ridimensionamento delle private label

Secondo il Wall Street Journal, a causa di eccesso di offerta e problemi legati alle politiche antitrust l’assortimento negli Stati Uniti potrebbe essere presto dimezzato, se non completamente abbandonato
Amazon verso un ridimensionamento delle private label

Amazon starebbe valutando un drastico ridimensionamento dei propri prodotti a marchio privato. La notizia, riportata dal blog di Giuseppe Caprotti, è stata data la settimana scorsa in prima pagina dal Wall Street Journal. L’assortimento negli Stati Uniti potrebbe essere presto dimezzato.

In base a un’analisi effettuata da Dave Clark, un dirigente di lungo corso di Amazon che ha però lasciato l’azienda, il gigante dell’e-commerce può vantare 243.000 prodotti per 45 linee (dato aggiornato al 2020). L’idea sarebbe quindi quella di concentrarsi solo sugli articoli di largo consumo e ad alta rotazione, come Target e Walmart, con le linee Up&Up e Great Value.

I risultati del marchio privato di Amazon sembrano del resto in controtendenza rispetto al mercato americano dove, ad esempio, Kroger ha appena dichiarato notevoli incrementi proprio nelle private label. L’incidenza delle private label da Amazon raggiungerebbe invece appena l’1%, su un fatturato totale per il 2021 pari a 469,8 miliardi di dollari. Le aziende della Gdo hanno incidenze che vanno dal 20% al 30 per cento.

CONTESTO SFAVOREVOLE

Questi problemi si aggiungono a temi di tipo regolatorio. Proprio il Wall Street Journal, nel 2020, aveva attaccato il gigante di Seattle denunciando l’uso dei dati dei fornitori per i propri prodotti a marchio privato. Amazon è stata anche accusata dall’antitrust di aver favorito i propri prodotti a marchio privato, rispetto a quelli dei fornitori. Lo stesso Jeff Bezos, in un’udienza al Congresso, non aveva potuto smentire le autorità.

LEGISLAZIONI PIÙ RESTRITTIVE

A livello legislativo, sia gli Usa sia l’Europa stanno sorvegliando da tempo le pratiche di Amazon. Negli Stati Uniti c’è una proposta di legge che impedirebbe alle aziende big tech di favorire i propri prodotti. In Europa, per chiudere due casi davanti all’antitrust, la settimana scorsa Amazon ha offerto di non usare i dati non pubblici dei fornitori per cercare di favorire i propri. Così eviterebbe di dover pagare multe fino al 10% del suo fatturato. Il gigante del web dovrà insomma incrementare la visibilità dei prodotti dei rivali. Inoltre, i produttori che usano il suo sito non sarebbero più obbligati a usare la logistica di Amazon per le proprie consegne.

L’Unione Europea ha appena varato nuove regole per le aziende big tech, varando il Digital Markets Act. Nel frattempo, l’antitrust inglese ha aperto un’inchiesta sulle pratiche di Amazon contro i rivali. Ma il problema operativo delle private label rimane.

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