Dairy, prezzi a livelli record

Le ricadute dell’invasione russa dell’Ucraina continuano a impattare sui mercati globali delle materie prime, latte compreso. Le speranze di crescita arrivano da formaggi ed export
Dairy, prezzi a livelli record

Nell’ultimo rapporto della Commissione Europea sulle tendenze e prospettive per alcuni settori agroalimentari si sottolinea come le ricadute dell’invasione russa dell’Ucraina continuino ad avere un impatto sui mercati globali delle materie prime – compreso il latte e, a cascata, tutto il settore dairy – e a rappresentare una potenziale minaccia per la sicurezza alimentare globale.

I prezzi alla produzione agricola rimangono elevati, principalmente a causa delle continue incertezze provocate dall’aggressione russa e dagli elevati costi energetici. I prezzi agricoli globali sono aumentati del +30% dall’inizio dell’invasione, anche se nelle ultime settimane si è osservato un certo allentamento legato in parte al prossimo raccolto.

IL COMPARTO DAIRY

I prezzi dei prodotti dairy nell’Ue sono a livelli record. Mentre le quotazioni Ue delle polveri (SMP e WMP) rimangono relativamente stabili (ma elevati), quelle del siero mostrano cedimenti al contrario di altri derivati che continuano ad apprezzarsi.

Maggiori info sulle quotazioni del comparto nella newsletter Data Dairy di giugno.

Questi sviluppi determinano prezzi record per il latte crudo comunitario. Nonostante ciò, i margini delle aziende agricole rimangono ridotti a causa degli elevati costi di input. A causa delle condizioni climatiche calde e secche durante la primavera – che hanno influito sulla qualità e sulla disponibilità di fieno e su altri componenti della razione animale – la produzione di latte europeo potrebbe essere inferiore alle previsioni di inizio anno (0,4%), anche per il ridotto utilizzo di mangimi (per motivi economici).

Considerando inoltre la contrazione della mandria da latte (-1%), si prevede quindi che le vendite di latte nell’Unione diminuiscano del -0,6% nel 2022. È probabile che la minore qualità del fieno e il minor utilizzo di mangimi dovuto alla disponibilità e al costo riducano anche il contenuto di grassi e proteine del latte, contraendo così ulteriormente la disponibilità di solidi del latte per la lavorazione lattiera.

LA PRODUZIONE CASEARIA ASSORBE LE PERDITE DEL LATTE

Anche se nel 2022 si prevede una contrazione del -0,6% delle consegne di latte Ue, la produzione di formaggio comunitario potrebbe crescere del +0,5%. Questo grazie ai prezzi competitivi sul mercato mondiale (+2% della crescita delle esportazioni), e soprattutto ai crescenti flussi verso gli Stati Uniti e alla ripresa delle esportazioni destinate al Regno Unito. Ciò va a sommarsi alla stabilità delle vendite al dettaglio sul mercato interno e alla ripresa della ristorazione, sostenendo il livello dei consumi dello scorso anno (+2% rispetto al 2020).

Rialzo previsto anche per la produzione di panna (+1%), sostenuto, anche in questo caso, dalla domanda interna e globale, ma a un tasso inferiore rispetto al 2021 a causa di una probabile riduzione della domanda dalla Cina.

Questa contrazione della domanda potrebbe incidere anche sul latte alimentare, ma le esportazioni di derivati lattieri freschi dall’Europa potrebbero ancora crescere del +2% – contrariamente al mercato interno (-0,4%). Ciò dovrebbe ridurre la disponibilità di grasso del latte per altri prodotti lattiero-caseari. In particolare, la produzione di burro comunitario dovrebbe calare del -1%, con un consumo interno stabile e nonostante una certa ripresa dell’export. Ciò potrebbe essere sostenuto dalla riduzione degli stock (-35.000 tonnellate) che scenderebbero così a livelli bassi.

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