#EmergenzaRincari – Conserve ittiche, il peso dei rincari si fa sentire

Il futuro è incerto per le aziende del mondo ittico-conserviero. A preoccupare sono gli incrementi di carburante ed energia che si ripercuotono su ogni fase della filiera
#EmergenzaRincari – Conserve ittiche, il peso dei rincari si fa sentire

La tempesta perfetta si abbatte anche sul mondo delle conserve ittiche, su cui pesano i rincari energetici, gli incrementi dei costi dei packaging, ma anche quello dei carburanti, necessario alla movimentazione dei pescherecci.

Raffaele Bianchi, Socio, amministratore e direttore dello stabilimento di Parma Rizzoli

Un importante problema che continua ad avere effetti sulla nostra filiera – informa Raffaele Bianchi, Socio, amministratore e direttore dello stabilimento di Parma Rizzoli – riguarda i pescherecci, che durante la campagna di pesca iniziata a marzo-aprile hanno dapprima scioperato; successivamente alcuni sono stati costretti a fermarsi a causa dell’aumento del carburante. Stessa cosa è avvenuta a livello dei trasporti della materia prima lavorata sul luogo di pesca poi trasferita nei magazzini dedicati allo stoccaggio. Per quanto riguarda il nostro stabilimento di Parma il costo della luce dei primi sette mesi del 2022 è raddoppiato, peggio ancora per quanto riguarda il gas, più che triplicato!”.

INCREMENTI IMPORTANTI NON SOLO PER L’ENERGIA

Come per molti altri settori, anche per quello ittico-conserviero i rincari dell’energia si fanno sentire in maniera notevole.

Giovanni Battista Valsecchi, Direttore generale Generale Conserve

Nel corso degli ultimi diciotto mesi lo scenario internazionale, a livello economico, è stato caratterizzato da un eccezionale rialzo nei prezzi delle materie prime, che hanno raggiunto in molti casi picchi senza precedenti – fa notare Giovanni Battista Valsecchi, Direttore generale Generale Conserve –. I rincari hanno toccato in maniera trasversale tutte le materie prime e i servizi di cui anche il nostro settore si approvvigiona che in alcuni casi hanno raggiunto rialzi a doppia cifra già da fine 2021.Per l’energia, in particolare, stiamo assistendo ormai da diversi mesi a rialzi continui, che di volta in volta fanno registrare un nuovo picco. Questi continui aumenti hanno portato la nostra bolletta energetica ad aumenti superiori al 60% solo negli ultimi mesi. Se consideriamo però che già alla fine del 2021 i costi energetici erano in forte crescita, nel confronto tra 2022 e 2021 possiamo parlare di costi quasi triplicati. Questa crescita si riverbera a cascata su tutte le materie prime che utilizziamo, a partire da tonno, olio e materiali di imballaggio (packaging) che negli ultimi dodici mesi sono cresciuti del 50%, per non parlare dei servizi logistici sia in entrata sia uscita”.

Andrea Maggioni, Direttore commerciale e Marketing Delicius Rizzoli

Anche Andrea Maggioni, Direttore commerciale e Marketing Delicius Rizzoli denuncia: “I prezzi dell’energia, nel 2022, hanno raggiunto punte del +300% rispetto all’anno precedente, che inevitabilmente un impatto diretto sui prodotti. A questi incrementi vanno aggiunti anche i costi overhead, che aggravano ulteriormente la sostenibilità di tali costi. Credo che nessuna azienda possa resistere a lungo nel contenere questi rincari”.

SCENARI PREOCCUPANTI PER IL FUTURO

A fronte di queste difficoltà, le aziende sono preoccupate per quello che potrà accadere nei prossimi mesi, come emerge dalle considerazioni di Valsecchi: “Il costo del prodotto finito ha subito un incremento importante che non è stato assorbito nei prezzi di cessione, da un lato perché l’entità dell’aumento concesso è stata inferiore alla oggettiva necessità, dall’altro perché l’applicazione è stata fortemente ritardata diluendone ulteriormente il contributo netto.

Questo perché la filiera distributiva è molto spaventata da uno scenario che proietta inflazione crescente di questa entità e si preoccupa di procedere con grande cautela nell’incremento dei prezzi al pubblico, onde evitare una reazione a catena nel comportamento d’acquisto delle famiglie. Questo però non può lasciare l’onere alle aziende di fare da ‘ammortizzatore’ economico, schiacciate tra costi crescenti che sono obbligate a pagare da diversi mesi e ricavi non sufficienti a coprire gli stessi costi: non dimentichiamo che molti consumatori sono proprio lavoratori delle aziende. Come scenario a medio termine purtroppo non prevediamo un miglioramentosignificativo, dato che le proiezioni dei costi delle materie non accennano a ribassi, le nostre sono filiere di approvvigionamento lunghe e i costi che influenzeranno almeno tutto il primo semestre del 2023 non lasciano grandi margini di ottimismo, al contrario ci sono ulteriori incertezze sui costi energetici, e  l’ipotesi che la crescita globale dei prezzi fosse principalmente dovuta a una fiammata in relazione alla ripresa post-pandemia ha già da diversi mesi lasciato il campo a una versione più strutturale del fenomeno”.

A preoccupare è anche l’incertezza di trovare le materie prime necessarie alla realizzazione dei prodotti, in particolare il packaging: “Quello che sta diventando veramente molto pesante – afferma Bianchi –, sono gli aumenti di tutte le materie prime utilizzate per le confezioni dei nostri prodotti: vetro, banda stagnata e alluminio oltre che pack flessibile. Sono tutti materiali prodotti in aziende che necessitano di un alto consumo di energia, quindi i costi lievitano in modo imprevedibile e i rincari diventano davvero molto elevati. A questo va aggiunto che, sempre più spesso, diventa decisamente arduo trovare queste materie prime perché alcuni produttori hanno dovuto chiudere per mancanza di finanze. Gli scenari futuri sono estremamente pessimistici; continuare in questa direzione, porterà a una crisi globale da cui difficilmente si riuscirà a uscirne in tempi brevi”.

L’APPELLO ALL’EUROPA E AL GOVERNO ITALIANO

Come può intervenire il Governo per arginare questa situazione?Un reale e concreto coordinamento dei governi a livello di UE per bloccare il prezzo dell’energia ed una politica di aiuti per famiglie ed imprese”, risponde Maggioni.

A proposito di interventi Valsecchi riflette su più aspetti:Sicuramente è necessario operare un distinguo tra quelli che potrebbero essere gli aiuti alle famiglie e le soluzioni per coadiuvare le imprese –. Sul primo aspetto, mentre i salari perdono valore a causa del caro prezzi, sarebbe auspicabile un intervento su cuneo fiscale e rincari delle bollette.

Per quanto riguarda gli interventi a sostegno delle aziende la risposta passa necessariamente per l’Europa, sia per ciò che potrà essere fatto con il dividendo del PNRR, sia attraverso l’azione sui prezzi dell’energia importata, il ‘price cap’, che potrebbe consentire di normalizzare la dinamica dei prezzi. Un intervento che potrebbe essere di sostegno sia alle famiglie che alle aziende è, come richiesto da alcune associazioni di imprese, la sospensione a termine dell’Iva sui prodotti di base, che consentirebbe di non avere un incremento eccessivo dei prezzi al consumo, sostenendo allo stesso tempo la domanda e diluendo nel tempo il peso dei rincari per le imprese”.

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