#EmergenzaRincari – Salumi, margini sotto pressione

I pesanti rincari energetici e dei costi di produzione incidono inevitabilmente sul business del settore. Nella spirale degli aumenti, a pagarne le spese è anzitutto l’offerta di fascia alta
#EmergenzaRincari – Salumi, margini sotto pressione

Alle prese con un rialzo dei costi energetici senza precedenti, in un quadro generale segnato da forte inflazione, i player del settore denunciano una brusca contrazione dei margini e l’inevitabilità dei rincari sul prezzo finale. “Riscontriamo – commenta Alessandro Riva, Direttore marketing Citteriouna forte tensione sulla filiera della produzione di carne suina e bovina che ingenera dei significativi aggravi di costo con pesanti impatti sui margini. Ci siamo trovati nella necessità di portare aumenti di listino a fronte di questa situazione generalizzata. Ma pensiamo di averlo fatto in maniera responsabile e senza speculazioni”. Nei giorni scorsi, Ruggero Lenti, Presidente Assica, aveva posto l’accento sulla necessità di supportare adeguatamente il comparto. Da scongiurare, infatti, c’è il rischio di chiusure, che potrebbe riguardare molti produttori. I costi per la componente energetica fuori controllo, del resto, si sono aggiunti agli aumenti dei listini della materia prima. Un mix di criticità, a cui si sommano inoltre i timori per la situazione legata alla Psa e per l’evoluzione della pandemia da Covid-19 nei prossimi mesi.

TENSIONE SUI PREZZI

Un quadro complesso, insomma, che penalizza inevitabilmente l’offerta di fascia alta. “Le emergenze attuali – conferma Fabio Lorenzoni, Direttore vendite Claistanno mettendo a dura prova la redditività del settore salumi. Il costo delle carni è destinato a crescere ancora e la filiera non riesce a scaricare a valle gli aumenti. Tutto ciò con conseguenti tensioni legate all’applicazione dei listini, soprattutto verso i clienti Gdo. Uno scenario aggravato da volumi che iniziano ad essere in contrazione soprattutto sui prodotti di salumeria più costosi”.

LE CONSEGUENZE SUGLI IMBALLAGGI

I rincari coinvolgono direttamente anche il packaging. “Sul fronte materie prime – dichiara Giulio Gherri, Ceo ParmaFood Groupnon stiamo riscontrando particolari difficoltà, se non per le quotazioni elevate. Diverso, invece, è il discorso relativo al packaging, dove non solo risulta variato sensibilmente al rialzo il costo di fornitura, ma si è sempre al limite in termini di disponibilità di prodotto. Lo stesso accade per i fornitori di impianti e macchinari, con un maggior costo a cui si aggiunge un forte ritardo nel timing di consegna dei beni acquistati”.

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