Grana Padano Dop, un simbolo della qualità italiana

Nell’ultima assemblea il Presidente del Consorzio, Renato Zaghini, ha chiesto meno burocrazia, lotta ai falsi e sostegno alla promozione
Grana Padano Dop, un simbolo della qualità italiana

Negli ultimi vent’anni il Consorzio del Grana Padano Dop si è impegnato per garantire la migliore valorizzazione del latte vaccino omogeneo – quello con il silomais nell’alimentazione bovina – con i prezzi del latte alla stalla più remunerativi. Del Consorzio fanno parte molte delle più importanti aziende casearie nazionali, che lavorano 3,4 milioni di materia prima, per un quinto destinata anche ad altre produzioni Dop.

Il Presidente del Consorzio di tutela, Renato Zaghini, ha elencato nel corso dell’ultima assemblea consortile le questioni aperte che stanno a cuore ai produttori di latte, e in particolare di Grana Padano Dop, a partire dalla riforma delle Indicazioni Geografiche tipiche in corso nell’Unione Europea. “Le produzioni Dop – ha detto Zaghini – hanno una rilevanza che va oltre il pur importante made in Italy. Ogni materia prima viene dal territorio di produzione, e quindi è un tutt’uno con il prodotto offrendo garanzie assolute che un bene più semplicemente prodotto in Italia non offre”. Strettamente connessa a questo impegno c’è la necessità di accentuare le azioni ed i provvedimenti contro chi usurpa ed evoca i prodotti Dop, anche favorendo accordi bilaterali tra l’Ue e altri paesi, sul modello di quelli stretti con Canada, Cina e Giappone.

Ma ci sono questioni da risolvere anche a livello nazionale. “Nei nostri progetti non è lontano il giorno in cui esporteremo più Grana Padano Dop di quanto ne sarà consumato in Italia”, ha affermato il presidente del Consorzio. “Una data tanto più vicina quanto più potremo essere competitivi. Non dipende infatti solo da noi, ma anche dalla semplificazione delle procedure burocratiche, che crediamo si possa ottenere se le nostre rappresentanze saranno in modo adeguato coinvolte negli orientamenti della pubblica amministrazione”.

In proposito, Zaghini ha citato come esempio l’obbligo di riportare sulle confezioni la dicituracertificato da Organismo di Controllo autorizzato dal…”. “Il cambio di acronimo del Ministero – Mipaf, Mipaaf, Mipaaft, Masaf – costa al sistema milioni di euro”, ha commentato il presidente. “Ed è scritto talmente in piccolo, visto l’obbligo in etichetta di riportare molte altre indicazioni, che, come risulta da nostre verifiche sul packaging, sfugge al consumatore”.

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