Xylella, il comparto olivicolo chiede fondi per difendersi

La soluzione nelle risorse previste dal Piano straordinario per la rigenerazione olivicola. Ma a fronte di domande per 222 milioni di euro, finora ne sono stati stanziati solo 60
Xylella, il comparto olivicolo chiede fondi per difendersi

Per continuare a combattere contro la Xylella e vincere la battaglia a difesa del patrimonio olivicolo pugliese, un buon punto di partenza sarebbe assegnare ai produttori i 300 milioni di euro stanziati dal Piano di rigenerazione olivicola contro la Xylella. Fondi che stanno arrivando, ma troppo a rilento. A dirlo sono state le associazioni che riuniscono i produttori del comparto, a margine dell’evento organizzato nei giorni scorsi a Bari per il centenario del Consiglio nazionale delle ricerche.

Gennaro Sicolo, Presidente di Italia Olivicola, ha ricordato come proprio “il Cnr, insieme a Politecnico di Bari e Università del Salento stiano continuando le ricerche. Sono stati fatti passi in avanti, ma il lavoro dei ricercatori va sostenuto concretamente, ed è quanto ci aspettiamo dal governo. Abbiamo lottato duramente negli anni scorsi per ottenere i 300 milioni che finanziano il Piano di rigenerazione olivicola contro la Xylella; quei fondi dopo anni stanno arrivando ma lo fanno troppo a rilento, e questa pachidermica lentezza determinata dalla burocrazia sta sfiancando gli olivicoltori e i frantoiani delle zone colpite dal batterio”.

Secondo Italia Olivicola è necessario che “il Piano sia sbloccato attraverso la nomina governativa di un commissario straordinario per la lotta contro la Xylella. Gli ostacoli di una macchina burocratica lenta e macchinosa, a 10 anni dall’inizio della diffusione del batterio e dei suoi effetti devastanti sul territorio, rischiano di azzerare completamente la filiera olivicola nel Salento e nelle altre zone colpite. A rischio, con l’ulteriore avanzata del batterio, è tutta la Puglia”.

LA PROPOSTA DI COLDIRETTI

Trasferire subito cinque milioni di euro previsti dal Piano straordinario agli enti pubbliciper dare corso alle pratiche fitosanitarie obbligatorie (da marzo a maggio) sulle superfici agricole non coltivate, aree a verde pubblico, bordi delle strade, canali e aree demaniali con l’obiettivo di contrastare l’avanzata della Xylella”. È la proposta formulata da Coldiretti e contenuta in una lettera inviata al Presidente della Regione Michele Emiliano e all’Assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia.

Attualmente l’infezione del batterio “interessa ottomila chilometri quadrati di territorio, il 40% della Puglia”. Con l’istituzione della nuova area infetta denominata Valle d’Itria e la relativa zona cuscinetto dalla larghezza di cinque chilometri, a causa dell’elevato rischio sanitario confermato nell’area compresa fra Monopoli, Polignano e Castellana Grotte, secondo l’associazione “è necessario applicare il regolamento regionale che prevede l’eliminazione della pianta infetta e di tutte le piante della stessa specie indipendentemente dal loro stato sanitario”.

Intanto, “a tre anni dalla pubblicazione del Piano straordinario – ha aggiunto Coldiretti – non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla Xylella. Impegno che risulta vanificato dal fatto che l’istruttoria delle pratiche, affidata all’Arif, va molto a rilento”.

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