Pomodoro Pelato di Napoli, Anicav sostiene il marchio Igp

Grazie agli 1,5 miliardi di euro di fatturato che origina ogni anno, questo prodotto tipico della Campania diventerebbe immediatamente una delle Igp più vendute e conosciute al mondo

Anicav ha deciso di garantire un pieno e convinto sostegno al riconoscimento dell’Indicazione geografica protetta per il Pomodoro Pelato di Napoli, il cui iter di approvazione, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è in attesa dell’ultimo passo: la registrazione europea. Una volta completato, il percorso garantirebbe tutela e valorizzazione per uno dei prodotti più rappresentativi della cultura gastronomica italiana, soprattutto all’estero, oltre che un significativo aumento del valore economico per l’intera filiera. Se ne è parlato anche durante un dibattito organizzato a Parma in occasione della due giorni di Cibus Connecting Italy, a cui hanno partecipato Anicav, Coldiretti Campania e Italia Ortofrutta.

I NUMERI DEL POMODORO PELATO DI NAPOLI

Nelle cinque regioni dell’ipotetica area Igp sono attualmente destinate alla produzione di Pomodoro Pelato circa 950.000 tonnellate di prodotto trasformato, con un fatturato che sfiora 1,5 miliardi di euro di cui oltre un miliardo deriva dall’export. La nuova Indicazione geografica collocherebbe il Pomodoro Pelato di Napoli tra i prodotti Dop/Igp più conosciuti e venduti insieme a Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma, Mozzarella di bufala e Aceto balsamico.

Accogliamo con favore l’entusiasmo e il completo sostegno espressi dal mondo agricolo – dichiara Giovanni De Angelis, Dg Anicav –. La sinergia della filiera è fondamentale per superare inutili campanilismi e arrivare a questo importante obiettivo. Ribadiamo il nostro pieno sostegno al comitato promotore guidato dal Presidente Lino Cutolo, e aspettiamo con grande fiducia di vedere completato un percorso che potrà dare nuova spinta ai consumi di una vera e propria eccellenza dell’agroalimentare italiano. Siamo certi che l’Igp porterà grandi vantaggi non solo al mondo industriale, ma anche a tutti i produttori agricoli delle aree vocate alla coltivazione del pomodoro allungato”.

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