Bofrost: celle frigorifere aperte per salvare le opere d’arte alluvionate

L’azienda ha messo a disposizione i propri magazzini per testi antichi, manoscritti, cinquecentine e volumi in carta e pergamena della biblioteca diocesana di Forlì
Bofrost: celle frigorifere aperte per salvare le opere d’arte alluvionate

Camion refrigerati e celle frigorifere di Bofrost sono già disponibili e pronte ad accogliere e a mettere in sicurezza testi antichi, manoscritti, cinquecentine e volumi in carta e pergamena che si trovano nella biblioteca diocesana di Forlì e che dopo l’inondazione che ha devastato la Romagna sono impregnati di acqua e fango, quindi ad altissimo rischio di deterioramento perché in 48 ore si sviluppano funghi che compromettono definitivamente i manufatti. In questi casi, l’unico modo per salvare le opere d’arte consiste nell’inserirle in apposite buste e portarle il più velocemente possibile a bassissima temperatura, così da fermare lo sviluppo fungino e permettere di procedere in un secondo momento ai delicati e particolari trattamenti per il restauro.

L’INIZIATIVA DI BOFROST ITALIA

Abbiamo subito risposto positivamente alla richiesta dal vescovo di Forlì, monsignor Livio Corazza, che è originario di Pordenone e sa che in questi casi mettiamo sempre a disposizioni le nostre attrezzature, che sono all’avanguardia nel campo della surgelazione e del mantenimento della catena del freddo anche in mobilità – spiega Gianluca Tesolin, Ad Bofrost Italia –. Siamo già da alcuni giorni anche in contatto e a disposizione della Sovrintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia Romagna e con l’unità di crisi del coordinamento regionale del ministero della Cultura dell’Emilia Romagna, per contribuire al salvataggio delle opere d’arte di altri siti storici, come l’archivio municipale di Sant’Agata sul Santerno, in provincia di Ravenna”.

A disposizione dell’opera di recupero e conservazione, oltre alla sede centrale e a varie filiali territoriali, concorre anche la sede di Forlì di Bofrost Italia. “La nostra struttura è leggermente rialzata rispetto alla strada che si era trasformata in un fiume di acqua, fango e detriti e che è arrivato a una manciata di centimetri dal livello del nostro ingresso, per cui all’interno della sede non abbiamo avuto danni”, racconta Andrea Gori, area Manager Bofrost.

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