Calo delle vendite, l’allarme di Federalimentare

Ad aprile calo tendenziale del -5,4% a volume: preoccupa il secondo semestre del 2023. Federdistribuzione: consumi deboli, prevale l’incertezza

Gli ultimi dati Istat sulla produzione industriale indicano che “nonostante l’impegno dell’industria alimentare nell’assorbire quanto possibile l’aumento dei costi per cercare un equilibrio tra tenuta della domanda e sopravvivenza delle imprese, permane una significativa flessione della domanda: il che lascia intravedere un secondo semestre dell’anno molto difficile”. A sottolinearlo è Federalimentare, preoccupata soprattutto dal calo tendenziale delle vendite a volume (-5,4%) registrato lo scorso aprile: il risultato peggiore dallo scorso dicembre.

Federalimentare parla a questo proposito di “una situazione preoccupante, perché già nel 2022 si era verificato un calo tendenziale medio delle vendite alimentari, a volume, pari al -4,2%, dopo che per lungo tempo il mercato alimentare era stato caratterizzato da una marcata stabilità. Malgrado i grandi sforzi dell’industria, che da gennaio ad aprile 2023 ha praticato una riduzione dei prezzi franco fabbrica pari a -4,6 punti percentuali (dal +13,8% al +9,2%), i prezzi al consumo stanno rientrando con molta fatica, con un arretramento nello stesso periodo del -1,5 punti percentuali (dal +14,9% di gennaio al +13,4% di aprile)”.

A tutto questo si aggiungono altri dati preoccupanti relativi agli indici di produzione dell’industria alimentare ad aprile, con un tendenziale di produzione pari al -5,6% rispetto all’aprile 2022, dopo il -4,5% registrato a marzo. “Alla luce di questo quadro – conclude Federalimentareil consuntivo di produzione del primo quadrimestre dell’anno si attesta su un tendenziale pari a -1,9%, in controtendenza rispetto al +1,2% con cui si era chiuso, solo quattro mesi prima, il consuntivo di produzione del 2022. Tutti indici che ci allarmano e che potenzialmente fotografano un secondo semestre 2023 preoccupante e in negativo”.

LA PREOCCUPAZIONE DI FEDERDISTRIBUZIONE E COLDIRETTI

Il calo dei volumi preoccupa anche Federdistribuzione. “Continuiamo ad assistere ad un andamento dei consumi caratterizzato da due segni discordanti. Se da un lato leggiamo in positivo il dato a valore, in parte influenzato dalla ricorrenza della Pasqua, dall’altro dobbiamo registrare la debolezza dei volumi di vendita sui quali pesa l’effetto dell’inflazione”, commenta Carlo Alberto Buttarelli, Presidente dell’associazione dei distributori. “Il contesto economico sconta ancora una situazione di incertezza, confermata anche dal peggioramento del clima di fiducia dei consumatori, come rilevato a maggio da Istat, che condiziona le scelte delle famiglie. In questa prospettiva di incertezza occorre quindi il massimo impegno per favorire la ripresa dei consumi, attraverso il sostegno a famiglie e imprese”.

L’analisi di Coldiretti su dati Istat relativi al primo quadrimestre di quest’anno evidenzia inoltre un calo del -4,9% dei volumi di prodotti alimentari acquistati, mentre gli italiani “sono costretti a spendere comunque il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione. La situazione di difficoltà è resa evidente anche dall’aumento notevole degli acquisti nei discount alimentari – afferma in una nota l’associazione dei coltivatori – che fanno segnare un balzo del +9,1% a valore: il più elevato tra gli scaffali del dettaglio”.

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