Farine: nasce Ailma, il nuovo gruppo di Assitol

Le aziende che lavorano mais e leguminose entrano nell’Associazione Italiana dell’Industria olearia per mettere in luce il loro contributo all’agroalimentare italiano

Dare peso e visibilità alle aziende produttrici di farine di mais e proteiche vegetali. È con questo obiettivo che nasce Ailma – Associazione italiana lavorazione mais alimentare – il nuovo gruppo di Assitol, che raggruppa già da molti anni anche settori diversi da quello oleario: lievito, semilavorati per panificazione, pizzeria e pasticceria. All’interno del nuovo raggruppamento associativo si contano 14 aziende che impiegano, tra occupati diretti e indiretti, oltre un migliaio di dipendenti. Ailma rappresenta più del 90% del comparto, per un fatturato complessivo superiore al mezzo miliardo di euro, composto dalle imprese della lavorazione del mais alimentare e delle farine proteiche da leguminose (quindi di origine vegetale e senza glutine).

LA GOVERNANCE

La prima assemblea di gruppo ha nominato Presidente Massimiliano Carraro. Nato a Dolo (Venezia) nel 1969, laureato in Ingegneria elettrotecnica, Carraro lavora da circa 15 anni presso il Molino Riseria Martini. Al suo fianco, sono stati nominati due vice Presidenti: Simone Peila (Molino Peila) e Luigi Meggiorini (Grain Services).

LE FARINE PROTEICHE VEGETALI

Oggi appare quasi scontato comprare una farina ‘gluten free’ o priva di allergeni – spiega Carraro –. Dietro, però, c’è una storia di imprese e di materie prime molto complicata che, a nostro avviso, merita un dialogo specifico con il sistema agroindustriale e con le istituzioni”. Le farine proteiche vegetali sono essenziali per la produzione di un’ampia gamma di prodotti alimentari: snack salati e dolci, prodotti da forno, prodotti per la prima colazione, birra, pasta, bevande vegetali e prodotti alternativi alla carne, anche nei filoni del senza glutine, biologico e anallergico.

Occorrono una selezione accurata ed uno spettro di competenze scientifiche e tecniche notevole – ricorda Carraroper garantire al consumatore prodotti sicuri al 100%, oltre che gustosi”. Il settore vanta anche un’ottima propensione all’export, soprattutto per i prodotti senza glutine, molto apprezzati negli Stati Uniti e in Nord Europa. “È grazie al nostro lavoro – spiega il Presidente Ailmase oggi un celiaco può contare su un’alimentazione sana e variata. Ma per lavorare secondo alti standard di sicurezza alimentare, occorre investire molto e rispettare normative complesse”.

LE SFIDE DEL PRESENTE E DEL FUTURO

L’approvvigionamento è il nodo cruciale di questi ultimi due anni. Prima la pandemia, poi guerra e siccità hanno inciso sul settore. La mancanza di piogge in Italia ha danneggiato soprattutto la coltura di mais, che necessita di forti quantità di acqua, mentre il difficile reperimento di fertilizzanti e l’aumento dei costi energetici hanno messo a dura prova le aziende del settore. Ad aggravare la situazione, le alluvioni dello scorso maggio in Emilia-Romagna hanno già messo fuori produzione 700 ettari di terreno, causando la perdita di almeno 50.000 tonnellate di mais.

Il quadro internazionale non appare migliore. L’Ucraina, grande produttrice di cereali e maggiore fornitrice di mais dell’Europa, a causa del conflitto in corso registrerà un calo fortissimo. Secondo le ultime stime di Kiev, la semina primaverile ha riguardato appena quattro milioni di ettari di mais (-27%). Fuori dalla Ue le previsioni non sono migliori a causa del caldo estremo in Sud America. La siccità che ha colpito l’Argentina, uno dei più importanti produttori maidicoli al mondo, provocherà una riduzione dei quantitativi del -30 per cento.

Geopolitica e clima avranno un impatto negativo ancora a lungo sul nostro settore – sottolinea Carraro –. Ma proprio le difficoltà ci hanno convinto che era il momento di unire le forze. Ora il nostro obiettivo è ottenere ascolto presso le istituzioni, lavorando insieme per rafforzare il settore”.

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